Data l’estrema gravità dei fatti e degli addebiti emersi nell’ambito dell’inchiesta Mala Pigna, è indispensabile che al momento opportuno la Regione Calabria si costituisca parte civile per dare un segnale netto, una risposta forte alla criminalità organizzata, che inquina il nostro territorio, altera il mercato e spesso si avvale di complici all’interno delle istituzioni.
Anche quest’ultima operazione antindrangheta conferma la pervasività delle cosche, dei loro faccendieri e fiancheggiatori, che non hanno avuto scrupoli nel produrre un enorme disastro ambientale a danno delle falde acquifere, della salute e dell’agricoltura, tra i settori più importanti dell’economia regionale e già molto colpito dagli effetti della pandemia.
È fondamentale una profonda presa di coscienza della pericolosità e della diffusione del crimine organizzato, che impedisce lo sviluppo economico e sociale della Calabria e, come in questo recente caso inquietante, nuoce alle aziende agricole, che invece possono e devono sfruttare le ricchezze della nostra terra. C’è la necessità di procedere ad una precisa mappatura delle aree inquinate dai rifiuti smaltiti illecitamente e, a tal proposito, mi auguro che il nuovo presidente, Roberto Occhiuto, ritenga prioritario procedere in questo senso.
Parallelamente occorre solerzia e convergenza, a livello governativo e parlamentare, per irrigidire le norme e i controlli circa lo svolgimento delle attività d’impresa relative al ciclo dei rifiuti.
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