Il tanto atteso catasto della frutta diventerà presto realtà. Nell'ultima legge di bilancio abbiamo approvato (comma 666 e 667 dell’articolo 1), con una spesa di 5 milioni (2 milioni per il 2019 e 3 milioni per il 2020) l’istituzione di un catasto della produzioni frutticole nazionali, attraverso una ricognizione a livello aziendale delle superfici frutticole, distinte a livello delle principali cultivar. L’obiettivo di questo nuovo strumento è contribuire alla competitività e allo sviluppo del settore ortofrutticolo nazionale, mediante una efficiente gestione delle informazioni sulle superfici e sulle produzioni frutticole, nonché di favorire un corretto orientamento produttivo al mercato, con conseguente riduzione dei rischi di sovraproduzione e di volatilità dei prezzi.
I criteri e le modalità di realizzazione del catasto sono individuati con decreto di natura non regolamentare del Mipaaft (Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo) da adottare, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Il decreto attuativo del catasto quindi, dovrebbe arrivare entro il mese di Aprile 2019.
Tale iniziativa consentirà agli imprenditori agricoli italiani di compiere scelte consapevoli in materia di nuovi impianti produttivi da realizzare (specie, varietà e cultivar), maggiormente rispondenti alle esigenze del mercato in termini quali-quantitativi e dunque di consentire un significativo recupero della competitività delle imprese agricole nazionali. L’importanza di procedere alla costituzione di un catasto frutticolo va considerata anche in un contesto che vede le produzioni frutticole in Italia investire una superficie di circa 600.000 ettari, con una PLV (Produzione Lorda Vendibile) di circa 7 miliardi di euro. Se si considera l’intero comparto ortofrutticolo, la PLV complessiva ammonta a circa 12 miliardi di euro.
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