Il governatore della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, ha tradito il suo mandato e pertanto deve dimettersi subito, a prescindere dagli sviluppi giudiziari dell'inchiesta che lo coinvolge assieme a dirigenti regionali e all'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, secondo i magistrati riferimento della cosca Muto.
Il Consiglio regionale deve sfiduciare all'istante Oliverio, a seguito delle risultanze investigative circa il suo ruolo, ben inquadrato nell'ordinanza di custodia cautelare che ne ha disposto l'obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, nell'agevolare Barbieri con un finanziamento integrativo di 4,2milioni per la realizzazione dei nuovi impianti di risalita presso Lorica, perfino con uno squallido tornaconto politico.
Siamo consapevoli che i consiglieri regionali si tireranno indietro, visto il loro silenzio assordante, cui si aggiunge quello dei vari predicatori in cerca d'autore della Cittadella. Nello specifico, l'inchiesta della Dda di Catanzaro e della Guardia di Finanza tocca il cuore del sistema della regione e fotografa l'agire politico di Oliverio e del suo compare Nicola Adamo, non indagato.
L'inchiesta mette in evidenza, tra l'altro, una tremenda consuetudine negli uffici, cioè la vicinanza di amministrativi ai piani alti del palazzo al fine di mantenere incarichi e poltrone, nonché la loro complicità, per interessi personali, nei confronti di un'imprenditoria spregiudicata che fiuta l'odore dei soldi e riceve prebende grazie a connivenze e collusioni da manuale.
Di là dai risvolti penali della vicenda, Oliverio è politicamente ingiustificabile e non può restare un solo giorno in più alla guida della Regione, nella quale sta crollando tutto alla faccia del buon andamento della pubblica amministrazione. Bisogna ritornare al più presto alle elezioni e fare piazza pulita dei vecchi potenti e di quella burocrazia predatoria che hanno prodotto il sottosviluppo della Calabria e la conseguente emigrazione dei calabresi.
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