La giunta regionale della Calabria approvi presto il piano Aib 2018, per non ripetere il disastro dello scorso anno, in cui andarono in fumo più di 400 chilometri quadrati di bosco.
A differenza della Sicilia, la nostra regione non si è ancora dotata del nuovo piano. Calabria Verde è coinvolta da grossi scandali e non si vedono azioni concrete per la prevenzione, l'eterna assente. Ad esempio, servono azioni efficaci per rispettare la legge 21 novembre 2000 n. 353, in particolare la manutenzione delle piste taglia fuoco, le operazioni silvicolturali di pulizia e manutenzione del bosco con facoltà di previsione di interventi sostitutivi del proprietario inadempiente in particolare nelle aree a più elevato rischio.
Inoltre i Comuni, secondo l'attuale normativa nazionale, dovrebbero gestire un catasto delle aree percorse dal fuoco, essenziale per applicare la legge stessa, che impedisce per dieci anni di costruire sulle aree percorse dal fuoco. La legge c’è, ma i Comuni devono censire le aree bruciate, altrimenti il divieto viene aggirato.
Lo scorso anno per verificare quanto disposto dalla normativa nazionale ho inviato a tutti i comuni della Calabria una richiesta per sapere e conoscere se avevano mai attivato e aggiornato il catasto incendi. Su 404 comuni mi hanno risposto solo in 5 e tra questi nessuno aveva ancora aggiornato il catasto all'anno 2017. In questo triste quadro occorre ricordare che il disastro dell'anno scorso è stato determinato in particolare alla distruzione, qualcuno lo chiama 'riassorbimento' - del Corpo Forestale dello Stato, voluta dal ministro Madia insieme a Renzi, che hanno fatto sparire anche la funzione del Dos, il Direttore operativo dello spegnimento, fondamentale nel coordinare le operazioni contro gli incendi.
Se non bastasse, di 32 elicotteri degli ex forestali 16 sono stati assegnati ai Vigili del fuoco e 16 ai Carabinieri, questi esonerati dal servizio antincendio e con i velivoli ricevuti non più impiegabili per lo spegnimento in aree impervie.
Circa la prevenzione, oggi più che mai occorre avviare una campagna di informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul fenomeno degli incendi boschivi e dei roghi tossici dei rifiuti e dei conseguenti danni ambientali e sanitari, eventualmente anche utilizzando il servizio pubblico radiotelevisivo.
Per fortuna nel frattempo il capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, che ringrazio, ha lavorato per la creazione dell'applicazione 'EasyAlert', un sistema ad oggi unico in Italia, dedicato alla segnalazione, localizzazione e gestione di calamità in corso che intende coinvolgere, grazie alla semplicità di uso, tutti i cittadini soprattutto nella fase di segnalazione di eventi calamitosi.
Senza un piano concreto Aib anche quest'anno gli incendi potrebbero continuare a devastare il nostro patrimonio boschivo, il nostro capitale naturale e le tasche dei calabresi. Con la gioia immensa della mafia dei boschi, pronta a divorare altra biomassa utile per fagocitare gli impianti per la produzione energetica. Un business milionario su cui le procure, anche grazie alle nostre denunce pubbliche, stanno finalmente rendendo giustizia.
NON C'È ALTRO TEMPO DA PERDERE!
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