L'ennesimo incubo di una nuova centrale a biomasse in Sila

La centrale a biomasse di Parenti (CS) che servirà per la produzione di energia elettrica e termica, da 998,00 KW sorgerà a pochissimi metri da cooperative agricole che producono la patata silana IGP, a poche centinaia di metri da uno stabilimento che imbottiglia acqua oligominerale naturale, in prossimità di alberghi, ristoranti e agriturismi, in una valle posta in mezzo ai quattro laghi (Passante, Savuto, Ampollino e Arvo) che riforniscono d'acqua le limitrofe città calabresi, in un territorio dove pascolano allo stato brado migliaia di podoliche il cui latte e carni ritroviamo sulle nostre tavole.
Se la mia proposta di legge che vieta le centrali inquinanti in aree dove si pratica agricoltura di pregio fosse stata approvata a quest'ora ci saremmo risparmiati l'ennesima centrale a biomasse a pochi passi dal Parco Nazionale della Sila.

Le centrali a biomassa, anche se realizzate bene, producono comunque COV (composti organici volatili), diossine, metalli pesanti contenuti nel legno, e particolato ultrasottile (nanopolveri), che sono la fonte di maggiori pericoli per gli esseri viventi in quanto talmente piccoli da legarsi alle molecole, generando forme tumorali, interagendo con il corpo umano direttamente attraverso i pori della pelle. A tutto ciò bisogna aggiungere l’inquinamento atmosferico e acustico prodotto dai mezzi che giornalmente dovranno rifornire la centrale e l’annientamento di interi boschi come già sta avvenendo, peraltro, nella nostra regione per soddisfare le esigenze delle centrali già in funzione.

La nascita di diverse centrali a biomasse nella Regione Calabria sta creando sempre più un fabbisogno di legname da ardere tale da scatenare un notevole incremento di tagli abusivi di alberi (mafia del legno) come ha di recente affermato Aloisio Mariggiò, ex generale dell’Arma dei Carabinieri e attuale commissario di Calabria Verde, ente strumentale regionale che si occupa di forestazione e difesa del suolo.

Al Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti attraverso un'interrogazione parlamentare ho chiesto: "se non ritenga che costruire una centrale a biomasse a qualche chilometro dal Parco Nazionale della Sila non vada a compromettere il delicato ecosistema di un territorio a completa vocazione turistica ed agricola o quantomeno se non ritenga opportuno che venga negato a soggetti motorizzati l’ingresso nel perimetro del Parco perché inquinanti sia in termini di rumore che di gas di scarico".
Ho chiesto inoltre: "quali soluzioni normative intenda promuovere per tutelare le foreste calabresi dai tagli illeciti e se non ritenga opportuno anche per tutelare particolari aree di pregio, fissare un limite di potenza massima prevista per tali centrali di 500kW con un raggio di approvvigionamento delle biomasse di 10 km dal punto di utilizzo".

La proposta di fissare un limite di potenza prevista con un raggio più corto di approvvigionamento delle biomasse l'ho presentata con un emendamento nel provvedimento in esame in questi giorni alla Camera dei Deputati sulle aree protette. Spero che la maggioranza PD accolga questa richiesta per frenare questa speculazione che sta devastando anche la nostra Calabria. Secondo voi il PD lo farà? Ai posteri l'ardua sentenza...

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