COMUNICATO STAMPA
Il prossimo 31 gennaio è stata convocata una Conferenza di Servizi inerente al procedimento autorizzativo della discarica da realizzarsi in località Santa Marina, nel Comune di Scandale.
A darne notizia sono i portavoce del Movimento 5 stelle Paolo Parentela (Camera dei deputati), Ilario Sorgiovanni e Andrea Correggia (consiglio Comunale di Crotone). «Una vicenda quella della discarica di Scandale – commentano i tre a nome del movimento – che ha assunto in questi lunghi mesi aspetti grotteschi. Nel 2010 – ricorda la nota – la Ecolsystema presenta alla Regione Calabria il progetto per la realizzazione di una discarica di rifiuti contenenti amianto, ma i cittadini di tutta la provincia oppongono una ferrea resistenza all'ennesima discarica sul territorio della provincia di Crotone, specie in una zona interessata da colture di pregio e biologiche, che è anche zona di pascolo di ovini per la produzione di formaggi a marchio Dop. La difesa dei cittadini per i prodotti agroalimentari che sono forza e motivo di riconoscimento per il nostro territorio vince sui progetti avallati dalla Regione Calabria che intendono trasformare l'intera area crotonese in una discarica quindi, nel 2013, il progetto viene accantonato. Nel 2016 – ricostruisce ancora la nota – ricomincia l'epopea della discarica a Santa Marina di Scandale ed assistiamo, nel corso dei mesi, ad una politica schizofrenica della Regione Calabria e dell'assessorato regionale all'Ambiente. Ecolsystema chiede la trasformazione dei codici Cer – identificativi della tipologia di rifiuti d'ingresso in discarica – e la ottiene, cosicché il vecchio progetto di discarica di amianto torna a nuova vita e si trasforma in quello di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi. Da quel momento in poi – scrivono i portavoce pentastellati – abbiamo assistito a un ballo senza precedenti con conferenze di servizi fissate in pieno agosto, in un momento di probabile distrazione dei cittadini. Ma il Movimento 5 stelle – incalzano – e tanti cittadini non si fanno trovare impreparati e lo stesso portavoce alla Camera Paolo Parentela chiedono all'assessore Rizzo spiegazioni su quello che sembra essere un altro regalo di parti di territorio a privati che hanno rilevanti interessi nel campo dello smaltimento dei rifiuti in Calabria. Ricordiamo, infatti, che ancora oggi, nonostante la fine del commissariamento, si agisce sulla base del "contingibile e urgente", fine e mezzo dell'eterna emergenza. In funzione di quel "contingibile e urgente", vengono utilizzati gli impianti che non hanno l'Autorizzazione integrata ambientale, che funzionavano per i poteri speciali che aveva il commissario e continuano a lavorare senza neanche un minimo esercizio di manutenzione o ammodernamento e, per di più, senza permessi. La situazione regionale di gestione dei rifiuti – stigmatizzano i pentastellati – ancora oggi si fonda sul circuito privato (discariche di Celico, Crotone e Pianopoli), mentre la sola discarica pubblica disponibile assorbe solo il 4% della totalità degli scarti di lavorazione. Per capire quanto consistente sia il business basti pensare che un imprenditore, con un sito dalla capacità di 650 tonnellate annue, ha un incasso di 50 milioni in dodici mesi. Ecco che la spazzatura per alcuni si trasforma in oro ed è questo il motivo di tanto impegno da parte della Ecolsystema. La Regione Calabria e l'assessore Rizzo – sottolineano –, dal canto loro, ad ogni accenno di contrarietà alla nuova discarica oppongono rassicurazioni fondate sulla Legge regionale numero 8 del 2016, emanata in attesa dell'approvazione del Piano regionale per gestione dei rifiuti, che imporrebbe il principio "discariche zero". Eppure, la tanto declamata legge, in vigore dal 16 febbraio 2016, non ha impedito ben tre conferenze di servizi convocate per il completamento dell'iter procedurale previsto per la realizzazione del progetto di Ecolsystema. Infatti, la Legge regionale numero 8 del 2016, benché effettivamente recepisca il principio "zero discariche", trova applicazione solo per i nuovi progetti e non anche per quelli, come la discarica in Santa Marina di Scandale, già precedentemente avviati. Perché è a questo che serve lo stratagemma del cambio dei codici Cer: mutare il progetto in corso d'opera, di fatto progettare una discarica nuova e diversa rispetto all'impianto precedente, ma "godere" dei vantaggi di un procedimento in itinere. E così passano i mesi, tra convocazioni di conferenze di servizi, acquisizioni di pareri dagli enti ed organismi interessati e comunicati stampa in cui l'assessore Rizzo urla al mondo il suo amore per il territorio che le ha dato i natali, amore che lei ricambia con il principio "discariche zero". E se l'incoerenza politica non avesse raggiunto ancora l'apice, ci pensa il dipartimento Ambiente e territorio della Regione Calabria che, con una nota inviata alla Provincia di Crotone, alla Asp, all'Arpacal, al dipartimento Agricoltura e alla Ecolsystema convoca un'altra conferenza di servizi prevista per il prossimo 31 gennaio, il cui Odg comprende l'approvazione in consiglio regionale del nuovo Prgr, che fa venir meno la portata applicativa della legge "discariche zero". Sul punto, però, corre l'obbligo di ricordare all'assessore Rizzo le sue stesse dichiarazioni che, da due mesi riempono le pagine dei giornali. La Rizzo, infatti, in tema di discariche di servizio per l'opera di bonifica dell'ex area industriale di Crotone, con fermezza ha ribadito che la creazione di una discarica ad hoc ai fini della bonifica fosse fuori discussione perché incompatibile con il principio "discariche zero", temporaneamente contenuto nella Legge regionale numero 8 del 2016 e recepito nel Piano regionale gestione rifiuti. Dunque, il Prgr prevede l'impossibilità di realizzare altre discariche, di fatto recependo i dettami della Legge regionale numero 8 del 2016 o no? L'operato dei Dipartimenti regionali interessati è in contrasto anche con quanto disposto dall'articolo 16 della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 40 che vieta, nelle aree agricole, ogni attività di deposito, smaltimento e lavorazione di rifiuti non derivante dall'attività agricola o da attività ad esse complementari, situate all'interno o in contiguità di zone agricole direttamente investite da coltivazioni di pregio con tutela o marchio di qualità, o da produzioni agroalimentari certificate. Nella zona di Scandale sono numerose le aziende agricole che forniscono prodotti di eccellenza con marchio di origine riconosciuto dall'Unione europea, così come sono numerose le aziende agricole che operano nel biologico. Una discarica, l'ennesima in Calabria, che mette a rischio le attività economiche dei cittadini della zona; un vero e proprio attentato all'economia, già precaria, della nostra Calabria. La confusione regna sovrana e mentre la Regione porta avanti il gioco delle tre carte i cittadini, ma soprattutto gli agricoltori di Scandale, vivono con una spada di Damocle sulla testa. Se da una parte ci sono gli interessi di Ecolsystema, dall'altra parte ci sono gli interessi dei cittadini e di un territorio ormai esausto. La Regione scelga da quale parte stare, consapevole, però, che il M5s sarà sempre con i cittadini a difesa dei diritti, della salute e del bene comune».
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