Arrivano brutte notizie dall’Onu sulla qualità dell’aria a livello mondiale. Nel 2015 è stata superata la quota di 400 parti per milione di anidride carbonica, con devastanti conseguenze su riscaldamento globale e effetto serra e destinati a peggiorare nel 2016. Un confronto con gli anni antecedenti alla rivoluzione industriale calcola in 278 le parti per milione presenti. Il colpevole è sempre l’uomo che con i consumi, l’utilizzo di veicoli di trasporto e la produzione industriale immette continuamente anidride carbonica nell’aria.
La ratifica dell'Accordo di Parigi sul Clima, piu' volte annunciata da Galletti, arriva dopo oltre un anno dalla firma. Un ritardo ingiustificato, data l'urgenza e la complessita' degli interventi da mettere in campo per avviare subito la transizione verso un'economia sostenibile. Ad oggi il Governo continua a tenere il piede in due scarpe, da un lato dicendo si' ad accordi internazionali come questo e dall'altro finanziando le fonti fossili e facendo accordi sottobanco con i petrolieri come abbiamo visto con la vicenda dell'ex ministro Guidi.
Renzi dovrebbe scrivere una legge di Bilancio coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti previste dall'accordo di Parigi sul clima. Se nella programmazione della spesa pubblica si continua a destinare risorse economiche a settori inquinanti o ad alto impatto ambientale che distruggono i territori, le economie locali, il patrimonio di biodiversita' e il capitale naturale italiano, non faremo altro che perdere altro tempo prezioso!
La verità è che il Governo vuole conservare l'attuale modello economico, continuando a finanziare le lobbies del petrolio e del cemento e a inseguire il parametro, ormai vecchio, del Pil.
Il tanto osannato BES, l'indice di misurazione del Benessere Equo e Sostenibile, introdotto quest'anno, non è ancora stato inserito sulle politiche macroeconomiche.
Per rispettare davvero gli obiettivi della roadmap dell'Accordo di Parigi e le misure che saranno discusse alla Cop22 sul Clima, che si terra' dal 7 al 18 novembre in Marocco, chiediamo che la legge di Bilancio sia basata su un nuovo paradigma, ispirato al BES, in grado di orientare le politiche di bilancio nazionali verso un'economia verde per una sostenibilità ambientale e sociale.
La ratifica dell'Accordo di Parigi sul Clima, piu' volte annunciata da Galletti, arriva dopo oltre un anno dalla firma. Un ritardo ingiustificato, data l'urgenza e la complessita' degli interventi da mettere in campo per avviare subito la transizione verso un'economia sostenibile. Ad oggi il Governo continua a tenere il piede in due scarpe, da un lato dicendo si' ad accordi internazionali come questo e dall'altro finanziando le fonti fossili e facendo accordi sottobanco con i petrolieri come abbiamo visto con la vicenda dell'ex ministro Guidi.
Renzi dovrebbe scrivere una legge di Bilancio coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti previste dall'accordo di Parigi sul clima. Se nella programmazione della spesa pubblica si continua a destinare risorse economiche a settori inquinanti o ad alto impatto ambientale che distruggono i territori, le economie locali, il patrimonio di biodiversita' e il capitale naturale italiano, non faremo altro che perdere altro tempo prezioso!
La verità è che il Governo vuole conservare l'attuale modello economico, continuando a finanziare le lobbies del petrolio e del cemento e a inseguire il parametro, ormai vecchio, del Pil.
Il tanto osannato BES, l'indice di misurazione del Benessere Equo e Sostenibile, introdotto quest'anno, non è ancora stato inserito sulle politiche macroeconomiche.
Per rispettare davvero gli obiettivi della roadmap dell'Accordo di Parigi e le misure che saranno discusse alla Cop22 sul Clima, che si terra' dal 7 al 18 novembre in Marocco, chiediamo che la legge di Bilancio sia basata su un nuovo paradigma, ispirato al BES, in grado di orientare le politiche di bilancio nazionali verso un'economia verde per una sostenibilità ambientale e sociale.
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