Depuratore di Catanzaro: la mancanza di sorveglianza e il mistero dei liquami in mare

A seguito del furto di cavi elettrici al depuratore di Catanzaro ci chiediamo quali azioni stia intraprendendo il comune per la tutela delle nostre acque di balneazione e della salute dei cittadini.
A quattro giorni dall'accaduto, nonostante l'impianto continui ad essere fuori uso, non riusciamo a capire come mai il sindaco Abramo non abbia provveduto ad emanare un divieto temporaneo di balneazione come previsto dal Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 116 art.5 e art.10. Il Comune si è limitato ad invitare i cittadini, tramite una piccola nota stampa, ad evitare di fare il bagno sul litorale catanzarese. Ci auguriamo che Arpacal non perda tempo per analizzare in modo efficiente le nostre acque di balneazione visto che nel soveratese, l'agenzia ha comunicato poche ore fa un superamento dei valori di escherichia coli nei punti di campionamento.
Il sistema di depurazione delle acque reflue a Catanzaro mostrava diverse criticità da diverso tempo, tant’è che risulta ancora oggi sotto procedura d'infrazione dalla corte di giustizia europea. A Catanzaro parte del carico generato non confluisce nel sistema fognario né risulta gestita tramite IAS. Inoltre, una parte delle acque reflue raccolte non é inviata a trattamento, il che rende l'agglomerato non conforme all'articolo 4, della direttiva europea.
Un altro problema sollevato da noi del m5s attraverso un'interrogazione parlamentare al ministro Galletti è il mancato funzionamento delle pompe di sollevamento che dovrebbero portare le acque reflue dai quartieri Lido e Casciolino verso il depuratore. Il colpo di grazia è avvenuto con il furto dei cavi elettrici a causa di una grave mancanza di sorveglianza dell'impianto durante la notte. Il M5S sta portando avanti diverse proposte innovative per rimediare al problema annoso della maladepurazione in tutta la nostra regione, tra queste vorrei ricordare l'atto di indirizzo che ho proposto al governo, approvato dal parlamento, che riguarda il monitoraggio di tutti gli impianti di depurazione. Grazie alla mia proposta, le agenzie che si occupano di monitoraggio ambientale potranno monitorare i siti di depurazione delle acque reflue attraverso delle videocamere le cui immagini potranno essere disponibili via web. È un piccolo passo verso la realizzazione di un sistema che consenta anche ai cittadini di stare con il fiato sul collo e controllare il rispetto delle regole sulla tutela dell’ambiente nel proprio territorio. È un passo piccolo ma importante, che può segnare una piccola svolta nei sistemi di monitoraggio sulla depurazione.
Il massimo sarebbe pensare già da ora l'utilizzo di nuove tecnologie, come la sensoristica intelligente, capace di monitorare istantaneamente la qualità delle acque. Soprattutto in Calabria ci sono seri problemi nella depurazione, con 128 comuni sotto procedura d’infrazione da parte dell’Ue e vi è sempre maggiore difficoltà nel sorvegliare in maniera adeguata i siti di depurazione. Le procedure d’infrazione che gravano sulle tasche dei cittadini ne sono la prova inconfutabile. L’installazione delle videocamere e la possibilità di un controllo 24 ore su 24 potranno aiutare a registrare le anomalie dei nostri depuratori, consentendo alle autorità preposte un rapido intervento.
Martedì 13 settembre alla Camera dei deputati il Ministro dell'ambiente risponderà alla mia interrogazione sulla maladepurazione in Calabria (5/06207). In quella sede ricorderò anche la vicenda di Catanzaro rilanciando le nostre proposte per porre fine a questo grave pregiudizio per l'ambiente, per la salute dei cittadini e per l'intera economia turistica.

Commenti