Arsenico nell'acqua oltre i limiti a Catanzaro: "ingiustificabile il silenzio della Sorical e della Regione”
Pur consapevoli che il problema dell’arsenico nell’acqua oltre i limiti consentiti, non essendo di origine antropica, richieda soluzioni ragionate, non possiamo di certo giustificare il silenzio della Sorical di fronte alla legittima richiesta del Sindaco Abramo di Catanzaro di non avvelenare i propri cittadini.
Non è possibile garantire l’uso di acqua potabile ai cittadini di Catanzaro mescolando le acque come avvenuto a Simeri Crichi mettendo a rischio la fruizione del servizio oltre che la salute dei catanzaresi. La Calabria possiede le migliori acque d’Europa, ma la cattiva gestione della politica, ha fatto in modo che la metà dei calabresi non abbia fiducia dell’acqua che riceve nel proprio rubinetto.
Su questo enorme problema ho interrogato più volte il Governo Renzi, troppo impegnato a non rispettare la volontà popolare del referendum per la ripubbliccizazione del sistema idrico, chiedendo quali iniziative urgenti e necessarie intenda intraprendere, al fine di verificare, anche per il tramite dell’istituto superiore di sanità, se e quali effetti sulla popolazione possano essere derivati dall’attuale situazione di sostanziale compromissione delle acque di falda e se non sia il caso che vengano utilizzati i fondi Cipe stanziati per le emergenze idriche al fine di agevolare le necessarie depurazioni per rendere le nostre acque potabili prive di residui di arsenico. Ho inoltre chiesto quali iniziative intenda assumere sul piano normativo, al fine di potenziare le attività di vigilanza sulle falde acquifere e sull’erogazione dell’acqua per uso domestico e quali iniziative concrete abbia intrapreso il Governo a seguito dell’avvio della procedura d’infrazione n. 2014-2125 concernente la cattiva applicazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano.
Il MoVimento 5 Stelle ha depositato da tempo una proposta di legge in Parlamento, che reca modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, e si muove su quattro assi principali: garantire la trasparenza per ciò che concerne le procedure sulla sicurezza sia nell’approvvigionamento della risorsa idropotabile sia nella sua distribuzione presso case e opifici; sicurezza alimentare, ponendo il tema dell’accesso a un’acqua di qualità abbondante, sicura e salubre nel contesto ambientale e territoriale attuale caratterizzato dal moltiplicarsi di situazioni di inquinamento e dell’avverarsi della previsioni connesse al cambiamento climatico in atto; una visione tecnico-scientifica più contemporanea, migliorando le capacità tecniche degli organismi a vario titolo coinvolti per assicurare un costante miglioramento; la rimodulazione del sistema sanzionatorio.
La Regione Calabria e la Sorical dovranno rispondere al più presto sulle loro responsabilità. Invito Oliverio ad agire con prontezza smettendola di prenderci in giro con la proposta farlocca approvata in Giunta con deliberazione n. 126 nella seduta del 15 aprile 2016 sull’organizzazione del servizio idrico integrato. Abbiamo sempre ribadito la necessità di una gestione pubblica e partecipata da realizzarsi attraverso l’istituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico che, non avendo come scopo ultimo il profitto ma il pareggio di bilancio, permetterebbe un maggiore controllo e investimenti per il settore. L’attuale classe politica regionale continua il suo percorso in perfetta continuità con il passato e ancora una volta saranno i cittadini calabresi e le amministrazioni comunali a doverne pagare i danni: tariffe illegittime, continue vicende giudiziarie, scarsi investimenti e grossi debiti.
Non è possibile garantire l’uso di acqua potabile ai cittadini di Catanzaro mescolando le acque come avvenuto a Simeri Crichi mettendo a rischio la fruizione del servizio oltre che la salute dei catanzaresi. La Calabria possiede le migliori acque d’Europa, ma la cattiva gestione della politica, ha fatto in modo che la metà dei calabresi non abbia fiducia dell’acqua che riceve nel proprio rubinetto.
Su questo enorme problema ho interrogato più volte il Governo Renzi, troppo impegnato a non rispettare la volontà popolare del referendum per la ripubbliccizazione del sistema idrico, chiedendo quali iniziative urgenti e necessarie intenda intraprendere, al fine di verificare, anche per il tramite dell’istituto superiore di sanità, se e quali effetti sulla popolazione possano essere derivati dall’attuale situazione di sostanziale compromissione delle acque di falda e se non sia il caso che vengano utilizzati i fondi Cipe stanziati per le emergenze idriche al fine di agevolare le necessarie depurazioni per rendere le nostre acque potabili prive di residui di arsenico. Ho inoltre chiesto quali iniziative intenda assumere sul piano normativo, al fine di potenziare le attività di vigilanza sulle falde acquifere e sull’erogazione dell’acqua per uso domestico e quali iniziative concrete abbia intrapreso il Governo a seguito dell’avvio della procedura d’infrazione n. 2014-2125 concernente la cattiva applicazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano.
Il MoVimento 5 Stelle ha depositato da tempo una proposta di legge in Parlamento, che reca modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, e si muove su quattro assi principali: garantire la trasparenza per ciò che concerne le procedure sulla sicurezza sia nell’approvvigionamento della risorsa idropotabile sia nella sua distribuzione presso case e opifici; sicurezza alimentare, ponendo il tema dell’accesso a un’acqua di qualità abbondante, sicura e salubre nel contesto ambientale e territoriale attuale caratterizzato dal moltiplicarsi di situazioni di inquinamento e dell’avverarsi della previsioni connesse al cambiamento climatico in atto; una visione tecnico-scientifica più contemporanea, migliorando le capacità tecniche degli organismi a vario titolo coinvolti per assicurare un costante miglioramento; la rimodulazione del sistema sanzionatorio.
La Regione Calabria e la Sorical dovranno rispondere al più presto sulle loro responsabilità. Invito Oliverio ad agire con prontezza smettendola di prenderci in giro con la proposta farlocca approvata in Giunta con deliberazione n. 126 nella seduta del 15 aprile 2016 sull’organizzazione del servizio idrico integrato. Abbiamo sempre ribadito la necessità di una gestione pubblica e partecipata da realizzarsi attraverso l’istituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico che, non avendo come scopo ultimo il profitto ma il pareggio di bilancio, permetterebbe un maggiore controllo e investimenti per il settore. L’attuale classe politica regionale continua il suo percorso in perfetta continuità con il passato e ancora una volta saranno i cittadini calabresi e le amministrazioni comunali a doverne pagare i danni: tariffe illegittime, continue vicende giudiziarie, scarsi investimenti e grossi debiti.
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