Il Ministro Guidi si è dimesso. I magistrati che indagano vogliono sentire al più presto il ministro Guidi ed il ministro Boschi sia i) per l’intercettazione in cui Guidi annuncia a Gemelli (suo compagno) l’inserimento dell’emendamento incriminato (che avrebbe procurato a Gemelli un subappalto di 2 milioni e mezzo di euro) all’interno della legge di stabilità del Senato e nella quale tira in ballo espressamente il ministro Boschi e sia ii) sul progetto di ammodernamento della flotta navale (Programma Navale 2015) nato nella legge di stabilità del 2015 con un appalto di quasi 6 Miliardi di euro (con commesse milionarie in favore di Finmeccanica, Fincantieri, ed altre innumerevoli società) che vede coinvolto direttamente il Capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi con l’accusa di associazione a delinquere, traffico d’influeze e abuso d’ufficio, oltre che Gemelli compagno della Guidi.
Il
Maxiemendamento alla legge di stabilità del 2015 presentato dalla Boschi e sui cui lo stesso Ministro ha posto la questione
di fiducia, blindando la discussione parlamentare, contiene, dunque,
l’emendamento incriminato (n. 2.9818) di cui parla il Ministro Guidi con il
compagno Gemelli, oggetto dello scandalo del petrolio che verrà di seguito
esaminato.
IL PRIMO TENTATIVO DI INSERIMENTO
DELL’EMENDAMENTO DA PARTE DEL GOVERNO: Prima della Stabilità al Senato,
il governo aveva già provato ad introdurre la norma alla Camera durante la
discussione notturna che ha portato all’approvazione dello Sblocca Italia in Commissione
Ambiente dello (17 ottobre 2014). Di
sera arrivò l’emendamento del governo pro Tempa Rossa. Se ne accorse la nostra deputata
Mirella Liuzzi che con Massimo De rosa e Claudia Mannino gridarono allo
scandalo. Realacci fu costretto a sospendere la seduta. In Commissione arrivò
il viceministro del Mise Claudio De Vincenti (oggi sottosegretario alla
presidenza del Consiglio) e girava anche il capo del legislativo della Boschi.
Ma le pressioni non bastarono e l’emendamento fu dichiarato inammissibile.
IL SECONDO TENTATIVO DI INSERIMENTO
DELL’EMENDAMENTO DA PARTE DEL GOVERNO: Due mesi dopo ci riprovarono,
dunque, al Senato introducendo l’emendamento nel maxiemendamento relativo alla
legge di stabilità: l'intervento del 18
dicembre 2014 di fronte a tutta l'aula del Senato da parte del nostro
Andrea Cioffi inchioda non solo la Guidi, ma tutto il governo ed i parlamentari
Pd e Ncd che erano presenti in aula e che, nonostante le denunce, votarono il
provvedimento, approvandolo.
Tutti
sapevano, dunque, e tutti devono andare a casa. Il carrozzone del Governo Renzi
ormai perde un pezzo ad ogni curva. Adesso
è anche chiaro il motivo per cui Renzi sta sabotando il referendum sulle trivellazioni. Questo è un
esecutivo fondato sempre di più sul conflitto d'interessi e sull’illecito grave
utilizzo di cariche pubbliche per fini privati. Le dimissioni sono
un'ammissione di responsabilità chiara della Guidi e del Governo, ormai sempre
più complice del malaffare. Aspettiamo le dimissioni di Renzi e della Boschi.
Vadano a casa. Non sono più credibili. Il M5S presenterà al Senato una mozione
di sfiducia all'intero Governo e lunedì tutti i parlamentari del M5S saranno in
Basilicata a Viggiano per denunciare il maxi scandalo che vede coinvolto tutto
il Governo Renzi e moltissimi esponenti del PD, sia nazionale che locale.
A) I FILONI DELL'INCHIESTA DELLA PROCURA DI POTENZA
L'inchiesta della procura di
Potenza coordinata dall’Antimafia che vede tra gli indagati il compagno dell'ex
ministro Guidi, Gianluca Gemelli, è divisa attualmente in almeno tre filoni:
1° Filone: IMPIANTO ENI DI VIGGIANO –
Reati Contestati DISASTRO AMBIENTALE: I principali reati che vengono
contestati in questa inchiesta riguardano i reflui petroliferi al Centro Olio
in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni, ed in particolare: i) illeciti nella gestione dei rifiuti; ii) lo sforamento dei limiti delle emissioni; iii) aver taroccato i
dati sull'inquinamento delle
emissioni con la finalità di non allarmare gli enti di controllo. I
dirigenti dell'impianto Eni erano consapevoli dei problemi emissivi del Centro,
ma avrebbero cercato di ridurre il numero di comunicazioni sugli sforamenti
invece di incidere direttamente sulla causa del malfunzionamento con la
finalità di non allarmare gli enti di controllo. Inoltre, dalle indagini
emergerebbe che i vertici dell'impianto
Eni qualificavano in maniera arbitraria e illecita rifiuti pericolosi, come
non pericolosi, utilizzando un
trattamento non adeguato degli scarti,
al fine di aumentare i guadagni.
Gli indagati sarebbero al momento 37 e 6 sono le persone già finite agli arresti domiciliari con l'accusa di aver gestito illecitamente i rifiuti. (I 6 arrestati
sono: Rosaria Vicino, ex sindaca del Pd di Corleto Perticara, Vincenzo Lisandrelli (coordinatore
ambiente del reparto sicurezza e salute all'Eni di Viggiano), Roberta
Angelini (responsabile Sicurezza e salute dell'Eni a Viggiano). Nicola
Allegro (responsabile operativo del Centro oli di Viggiano), Luca
Bagatti (responsabile della produzione del distretto meridionale di
Eni) e Antonio Cirelli (dipendente Eni nel comparto ambiente).
Divieto di dimora deciso per l'ex vicesindaco, Giambattista Genovese, e
per un dirigente della Regione Basilicata, Salvatore Lambiase. Le
accuse: “plurime condotte di concussione e corruzione”.
2° Filone: TEMPA ROSSA – Reati
Contestati: CORRUZIONE E TRAFFICO DI INFLUENZE DI GEMELLI: Al centro dell’indagine
sta il giacimento della Total, Tempa
Rossa, ed in particolare l'affidamento di appalti e lavori per
l'infrastrutturazione del giacimento Tempa Rossa. Gli indagati sono 23, tra cui Giancarlo Gemelli e diversi arrestati tra cui l'ex
sindaco di Corleto, Rosaria Vicino (sempre
del Pd).
Secondo
l'accusa, Gemelli accusato di traffico di influenze illecite "sfruttando la relazione di convivenza
che aveva col ministro allo Sviluppo
economico indebitamente si faceva
promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total" le qualifiche necessarie per entrare nella
"bidder list delle società di ingegneria" della multinazionale
francese, e “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori
per l'impianto estrattivo di Tempa Rossa". Inoltre amministratori locali (del PD) chiedevano
e ottenevano dalle società che stavano lavorando al progetto Tempa Rossa assunzioni e altri tipi di utilità.
A seguito
della pubblicazione delle intercettazioni il Ministro Guidi si è dimesso. In
particolare, c’è proprio una intercettazione finita agli atti in cui Guidi
garantiva al suo compagno l'approvazione di un emendamento alla legge di
Stabilità che favoriva gli interessi economici delle imprese di quest’ultimo.
Nello stesso filone sono coinvolti anche
Gianluca Gemelli, il dirigente della Total Giuseppe Cobianchi, l'imprenditore
Pasquale Criscuolo, il collaboratore della Camera di Commercio di Roma Nicola
Colicchi e il presidente del Collegio dei Revisori dei conti della stessa
Camera di Commercio Valter Pastena (ex direttore generale della Ragioneria di
Stato).
B) L’EMENDAMENTO INCRIMINATO E LA
TELEFONATA TRA GUIDI E GEMELLI
- Cosa prevede l’emendamento
incriminato?:
L’emendamento 2.9818
presentato dal governo ed approvato all’interno della Legge di Stabilità 2015,
con il quale si dava il via libera al progetto
di estrazione di petrolio Tempa Rossa, che avrebbe favorito gli interessi
del fidanzato della Guidi, prevedeva l'estensione dell'autorizzazione unica
anche per «le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento
degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e
alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori
esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle
concessioni di coltivazione».
In parole
povere, con questo emendamento le infrastrutture energetiche diventano
strategiche, opere di utilità nazionale, superando in questo modo le necessarie autorizzazioni. (Il governo
ha voluto tirar fuori dall’empasse il progetto Tempa Rossa. Il giacimento della
Basilicata fortemente avversato dalla Regione Puglia, dal Comune di Taranto
nonché dai movimenti ambientalisti. L’opposizione alla Tempa Rossa deriva fondamentalmente
dalla paura all’aumento dell’inquinamento in una zona già fortemente
compromessa. Il progetto Tempa Rossa infatti se portato a termine farebbe aumentare le emissioni nocive del 12%,
verrebbe poi realizzato in un posto ad alto rischio sismico e inoltre il
petrolio preso dalla Basilicata e portato a taranta verrà stoccato a Taranto
per poi essere venduto all’estero. Dunque né l’Italia, né la Basilicata né la
Puglia non trovano alcun giovamento da questo petrolio. Soli altri rischi di
disastro ambientale e inquinamento anche a Taranto, già fortemente inquinata
dall’ILVA).
Telefonata tra Guidi ed il suo compagno
Gemelli ove si parla dell’emendamento incriminato:
Tra gli atti
ci sono una serie di conversazioni
telefoniche tra il ministro Guidi e Gemelli. Gemelli era interessato a fare
in modo che si sbloccasse l'operazione Tempa Rossa, gestita dalla Total, perché
secondo l'accusa le sue aziende
avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di subappalti.
La Guidi
riferiva in proposito: ”… e poi dovremmo riuscire a mettere
dentro al Senato se… è
d’accordo anche “Mariaelena” (il ministro Maria Elena Boschi, annotano gli investigatori) la…
quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di
notte …! Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di
stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa. ..
ehm ..dall’altra parte si muove tutto!”.
Alla domanda
di Gemelli “se la cosa riguardasse pure i propri amici della Total”, si legge
ancora nell’ordinanza, “clienti di Tecnimont (“quindi anche coso … anche … va
be’, i miei amici de… i clienti di Broggi”), la Guidi replicava: “eh,
certo, capito? … certo … te l’ho detto per quello!”).
C) TUTTI GLI ATTI E GLI INTERVENTI CHE
DIMOSTRANO COME IL M5S SI E’ OPPOSTO E HA DENUNCIATO IL PROGETTO.
SU EMENDAMENTO TEMPA ROSSA
Come già abbiamo avuto modo di esporre precedentemente,
ci sono state diverse denunce da parte del M5S contro l’emendamento
incriminato.
-
Denunce in Commissione Agricoltura alla Camera: Il 17.10.2014 quando era in discussione il
provvedimento sullo Sblocca Italia, la nostra deputata Mirella Liuzzi, insieme a Massimo De rosa e Claudia Mannino
gridarono allo scandalo e l’emendamento venne dichiarato inammissibile.
-
Interventi in Commissione Industria al Senato: nel mese di dicembre 2014, quando la legge di
stabilità era oggetto di discussione in Commissione, il governo presentò
nuovamente l’emendamento incriminato. Emendamento subito sub-emendato proprio al
fine di sopprimere proprio il testo che avrebbe poi permesso lo sblocco di
Tempa Rossa. Ecco 2 dei tantissimi emendamenti presentati al riguardo:
2.9818/1 - GIROTTO, CASTALDI, CIOFFI, BULGARELLI, LEZZI, MANGILI: All'emendamento
2.9818, sopprimere il capoverso «223-bis». Conseguentemente,
sopprimere il capoverso «223-ter».
2.9818/3 - CIOFFI, GIROTTO, CASTALDI, LEZZI, MANGILI, BULGARELLI: All'emendamento
2.9818, capoverso «223-bis», sostituire la lettera a) con la seguente: «a)
al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: ''Restano escluse
dall'applicazione della disciplina relativa all'autorizzazione di cui al
presente comma le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al
trasferimento di idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali
costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli
concessori, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle
concessioni di coltivazione''». Conseguentemente, al medesimo capoverso,
sopprimere la lettera b).
Il testo passò in aula
senza che l’esame in Commissione fosse stato concluso. A quel punto il governo
presentò il maxiemendamento che manteneva l’emendamento “Total- Tempa Rossa” e
poneva la questione di fiducia.
- Denuncia
nell’Aula del Senato di Andrea Cioffi (video): il 18 dicembre 2014 mentre era in discussione
la legge di stabilità del 2015, Cioffi affermava: "Ma cosa ci sta dentro questa finanziaria? Ci sono tante cose. Ci sono
alcuni emendamenti fatti dal Governo che hanno nome e cognome. Ce n’è uno che
si chiama “Total”, se volete
potete usare “total” sia come
nome che come cognome, tipo “Total,
total!”. Perché quando voi inserite nella legge la possibilità di
rendere opere strategiche anche i tubi che servono per portare il petrolio
di Tempa Rossa, che è una concessione data alla Total, e anche le
infrastrutture che andranno al porto di Taranto, perché questo stiamo facendo,
stiamo facendo un regalo alla Total. Allora ci dobbiamo chiedere: “Ma la Total ha soffiato nell’orecchio di
qualcuno, del Governo, che gli scrive l’emendamento? La Total, per caso, la
pongo come ipotesi Presidente, ha agevolato il percorso che ha portato alla
scrittura di quell’emendamento a suo favore?" La Total ha
contribuito economicamente, in maniera trasparente, perché non si possa mai
pensare che non lo faccia in maniera trasparente (quello sarebbe un reato e i
reati li accerta la magistratura, ed è il caso che inizi a accertarli, magari
proprio su questa cosa). Insomma: la Total ha dato qualcosa al Governo
che gli ha fatto questo regalo?"
- Importantissima denuncia del M5S che, a
seguito dell’indagine di De Giorgi (Filo Augusta) diventa molto determinante: Nel mese di dicembre del 2014 il M5S denunciò l'acquisto
di nuove navi militari da parte
del governo per l'indecorosa spesa di 5,4
miliardi di euro. Quasi 6 miliardi di soldi pubblici bruciati nel
rinnovamento della flotta navale mentre Renzi e i suoi lasciavano nel fango gli
alluvionati. Una vergogna assoluta (proprio come il programma F35 da circa 15
miliardi di euro) infilata dentro la Legge Navale che in calce porta due firme:
quella dell'ormai ex ministro Guidi, e quella del ministro della Difesa Roberta
Pinotti. Concentriamoci sulla seconda. E cominciamo partendo da un nome: l'ammiraglio
De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina, tra i principali indagati nello
scandalo del Tempa Rossa (Filone Augusta).
A piazzare De Giorgi alla
Marina è stato il governo e deve essere il governo, in questo caso la Difesa, a rispondere politicamente. Non
possiamo dimenticare infatti la battaglia
della Pinotti per prorogare il
mandato dell'ammiraglio. Contro tutto e tutti. Si diceva (voci mai smentite)
che proprio gran parte di quelle navi acquistate fossero concentrate in gran
parte in Liguria, guarda il caso collegio elettorale della Pinotti. Quindi,
appresa la notizia del coinvolgimento di De Giorgi il M5S ha chiesto le sue
dimissioni e invitato la Procura di Potenza ad allargare l'indagine proprio su
quell'acquisto di navi, invitando la Pinotti anche a chiarire in Parlamento
quei passaggi opachi. La risposta del ministro è stata una minaccia di querela.
Insomma, le si chiede legittimamente di riferire in aula rispetto ai suoi
presunti legami con l'ammiraglio De Giorgi e lei minaccia querela. Roba da
matti. Va evidenziato che oggi (3.4.16) alcuni quotidiani come Il Tempo e il
Messaggero in prima pagina riportano che la Procura di Potenza ha aperto un
altro filone di indagine, che si concentra proprio su quelle navi militari
acquistate a dicembre 2014 e che il M5S denunciammo a gran voce. A questo punto
Pinotti dovrebbe querelare anche la Procura di Potenza. Alla Pinotti
consigliamo dunque prudenza, considerato che in qualsiasi altro Paese civile al
posto suo chiunque avrebbe chiesto nel giro di 24 ore le dimissioni
dell'ammiraglio De Giorgi. Finora invece abbiamo assistito a un inspiegabile
silenzio tombale.
Link utile: (http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/difesa/2014/12/lstabilita-m5s-governo-trova-miliardi-per-navi-militari-ma-non-per-alluvionati.html)
C) ECCO PERCHE’ CHIEDIAMO CHE IL GOVERNO VADA A CASA. COMUNANZA DI QUESTO SCANDALO CON TUTTI GLI ALTRI DEL PASSATO (ETRURIA, MAFIA CAPITALE, MINEO).
C) ECCO PERCHE’ CHIEDIAMO CHE IL GOVERNO VADA A CASA. COMUNANZA DI QUESTO SCANDALO CON TUTTI GLI ALTRI DEL PASSATO (ETRURIA, MAFIA CAPITALE, MINEO).
Questo
ennesimo scandalo legato al petrolio vede coinvolto direttamente l’attuale
Governo Renzi ed i propri Ministri, numerosissimi esponenti del Pd sia a
livello nazionale (Guidi, Boschi, capi di segreteria, sottosegretari, ecc.) che
a livello locale (sindaci, ex sindaci, consiglieri, presidenti di regione,
ecc.), lobby del petrolio e imprenditori privati. La formula è sempre la
stessa: attraverso l’utilizzo illegittimo della carica pubblica ricoperta (sia
essa nazionale che locale, governativa o amministrativa, ecc.) si perseguono
interessi privati illeciti sottraendo indebitamente ingenti risorse pubbliche
ai cittadini. Dunque abbiamo conflitto di interessi, appalti illeciti pilotati,
sottrazione di denaro pubblico, corruzione, concussione, malaffare, turbative
d’asta, deformazione del libero mercato, finanziamenti ai partiti in cambio di
favori, clientelismo, scambi di voto, inquinamento e disastri ambientali, ecc.
Uno scandalo, questo del petrolio, legato al Pd e al Governo che è equiparabile
ai precedenti scandali come Mafia Capitale, Banca Etruria, Mineo, ecc. che
hanno visto nella maggior parte dei casi il diretto coinvolgimento di esponenti
del Pd con cariche pubbliche, di società private, di appalti. Un Governo abusivo,
sorretto da una maggioranza che legifera solo a vantaggio di lobby
assicurative, bancarie, petrolifere e di familiari e che si è spianata la
strada con leggi inefficaci (come quella sull’anticorruzione, sull’evasione, sul
mancato DASPO per politici e funzionari corrotti, ecc.), con leggi mai
definitivamente approvate (come quella sul conflitto di interessi, sulla
prescrizione, sul finanziamento pubblico ai partiti, ecc.) e con leggi fatte per
le lobby (come il decreto sulle banche, lo sblocca Italia, ecc.). Sempre la
stessa storia con questa gente! Ecco perché il M5S presenterà l’ennesima
mozione di sfiducia verso un Governo totalmente incapace di gestire la cosa
pubblica e sempre più distante dagli interessi dei cittadini, prima che ci si
abitua agli scandali.
D) APPROFONDIMENTO QUESTIONE AMBIENTALE
La procura di Potenza indaga per disastro
ambientale. I rifiuti pericolosi venivano ricatalogati come non pericolosi
arbitrariamente, si legge nelle carte dell’inchiesta.
Quella della Procura di Potenza, già nel filone
che riguarda le attività dell’Eni, è stata un’indagine lunga e complessa,
iniziata nel 2010: «Dispiace rilevare che per risparmiare denaro ci si riduca
ad avvelenare un territorio con meccanismi truffaldini», ha spiegato il
Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, illustrando l’altro giorno i
particolari dell’inchiesta.
Il riferimento è al «risparmio dei costi -
scrive il gip nell’ordinanza - del corretto smaltimento dei rifiuti prodotti
dal centro oli» con «rifiuti speciali pericolosi» che venivano «dal management
Eni qualificati in maniera del tutto arbitraria e illecita» con un codice che
li indicava come «non pericolosi», e poi inviati con autobotti agli impianti di
smaltimento (come Tecnoparco, in Valbasento), e con "un trattamento non
adeguato e notevolmente più economico». Dai calcoli degli investigatori, il
risparmio ipotizzabile per questo «sistema» sarebbe tra il 22% e il 272% (in
base a diversi preventivi acquisiti), e si tradurrebbe in una cifra che oscilla
tra i 44 e i 110 milioni di euro ogni anno. La restante parte dei reflui
liquidi sarebbe stata trasferita nel pozzo «Costa Molina 2» (sotto sequestro),
in cui «i liquidi venivano reiniettati, sebbene l’attività di reiniezione -
precisa il gip - non risultasse ammissibile per la presenza di sostanze
pericolose». Anche su questo punto, dagli studi dell’Eni emerge che «le acque
di reiniezione non sono acque pericolose, né da un punto di vista della
normativa sui rifiuti, né da un punto di vista sostanziale», e «l'attività di
reiniezione svolta presso il centro oli» è «conforme alla legge italiana e alle
autorizzazioni vigenti» e «risponde alle migliori prassi internazionali». Poi
ci sono le emissioni in atmosfera della struttura, che per il gip è «uno dei
settori più sensibili e di maggiore impatto ambientale del ciclo produttivo
petrolifero»: in questo caso, per «celare le inefficienze dell’impianto», «i
vertici del centro oli decidevano deliberatamente e in diverse occasioni di
comunicare il superamento dei parametri» con una «condotta fraudolenta», ovvero
dando una giustificazione tecnica che «non corrispondeva al vero» o «diversa da
quella effettiva». Gli investigatori ipotizzano «manomissioni» delle
comunicazioni agli enti di controllo sui superamenti dei limiti di legge per
«non allarmarli».
Dalle intercettazioni tra i dipendenti emerge
«un quadro preoccupante»: «Io ora preparo le comunicazioni... ci inventiamo...
una motivazione». E in qualche caso sopraggiunge anche lo spavento: «Mi si è gelato
il sangue», «mi sono cagato sotto», si dicono a telefono o tramite sms.
Si segnala che sulla questione ambientale sono
state depositate diverse interrogazioni
sia a livello regionale che a
livello nazionale ed europeo: Interrogazione presentata da
Mirella Liuzzi, nel settembre 2014 in relazione a
presunte anomalie che si sarebbero verificate nel centro olio di
Viggiano di Potenza e che avevano destato forte preoccupazione in Viggiano e
nei comuni limitrofi; http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/06009&ramo=C&leg=17
E) I NUMERI FONDAMENTALI (PARTE ECONOMICA):
Regionali: la Basilicata
In un articolo
del maggio 1998 del “The Economist”, scritto dal Presidente della Enterprise Oil
(la stessa società che ha presentato ricorso contro l’Amministrazione del Parco
Nazionale del Pollino per il divieto imposto
all’esplorazioni nell’area protetta), si affermava che, stando a ricerche
effettuate proprio dalla Enterprise, nel sottosuolo in Basilicata vi è un
capacità petrolifera di oltre un miliardo di barili.
La produzione di gas e
petrolio in Basilicata:
Si tratta dell’85% della
produzione nazionale e dell’8% del fabbisogno energetico nazionale (dati
UNIMIG/Ministero dello Sviluppo economico).
Il gettito delle royalties:
(dati UNIMIG/Ministero dello
Sviluppo economico)
Poco più di 1
miliardo di euro di guadagni regionali e locali in 7 anni, a fronte di perdite
difficilmente stimabili legate alla salute e ai due settori regionali
trainanti: agricoltura e turismo, che non si conciliano con le attività
estrattive o il nucleare. Matera è capitale della cultura europea e tutto il
territorio lucano potrebbe essere messo a rischio. In particolare mettiamo a
rischio i nostri beni comuni: l’acqua, l’aria, il suolo. Numerosi sono stati
gli incidenti su trasposto automezzi e oleodotto. Le discariche abusive. I
miasmi a Tecnoparco. Le fiammate al centro oli. La moria di pesci nella diga
del Pertusillo, le fuoriuscite di fanghi dai pozzi di reinezione…
L’accelerazione del Governo Renzi:
a) Con lo
sblocca Italia I e II il Governo ha semplificato le procedure per lo sviluppo
delle attività estrattive in Italia (procedimento unico autorizzativo, con
estensione degli anni di concessione). Inoltre ha spostato dalle Regioni al
Ministero dell’Ambiente la Valutazione di impatto ambientale. Anche
l’autorizzazione per la reiniezione dei pozzi passa dai Comuni al Ministero
dello Sviluppo.
b) Nella
discussione sulla riforma per la pubblica amministrazione si modifica l’iter
della conferenza di servizi riducendo la possibilità di tutele degli interessi
dei partecipanti (penalizzati soprattutto i territori coinvolti).
c) Modifica
del titolo V della Costituzione. Probabilmente l’energia e l’ambiente non più
materia concorrente tra Stato e Regione.
g) Di fatto
nessuna vittoria per le Regioni, tanto meno della Basilicata, nonostante lo
Sblocca Italia sia stato impugnato da Puglia, Marche, Campania, Lombardia,
Veneto e Abruzzo.
I numeri di Eni nel DIME (Distretto Meridionale per esplorazione ed estrazione petrolio e gas):
-
26 pozzi in produzione;
-
2 centri oli (Viggiano e Pisticci);
-
2 centri gas (Pisticci e Ferrandina, in
dismissione);
-
Proprietario di maggioranza dell’oleodotto
Viggiano-Taranto;
-
3,2 milioni di tonnellate di petrolio (2014);
-
1,2 miliardi di scm di gas (2014);
-
111 milioni di royalties tra Regione e Comuni
(2014);
-
348 occupati diretti Eni, 2.533 addetti nelle
118 imprese fornitrici censite, 1.262 occupati indiretti nella catena dei
fornitori (dati Eni), 119 addetti del “turismo business”. Totale: circa 4.200
occupati (dati Eni 2013). Di questi:
Il 44,5% (1.283 unità) dei
lavoratori diretti ed indiretti del DIME sono residenti in Basilicata.
I numeri di Total:
L'attività più importante di
Total in Basilicata riguarda la realizzazione del progetto “Tempa Rossa”, tra
Corleto Perticara (PZ), Guardia Perticara (PZ) e Gorgoglione (MT).
Il progetto a regime (2016-2065)
prevede:
-
8 pozzi (greggio e metano);
-
un Centro di Trattamento Oli;
-
un Centro di Stoccaggio GPL;
-
royalties pari a 180 milioni di dollari annui;
-
440 milioni di investimenti nella fase di preparazione
del progetto Tempa Rossa (dati dicembre 2014, sottostimati di circa 1/3
rispetto alla stima media annua);
-
164 impiegati diretti (70% lucani) (dicembre
2014);
-
784 occupati indiretti (64% lucani) (dicembre
2014);
-
50% delle imprese coinvolte sono lucane
(dicembre 2014).
Occupazione sul medio termine, Eni + Total:
Occupati diretti = 400-420
Occupati indiretti = 2.500-2.600
Occupazione indotta = 2.400-2.450
TOTALE = 5.300-5.470
(stime da verificare nel tempo
considerato che il progetto è solo all’inizio)
IMPORTANTE:
1 miliardo di
euro investito nel fossile crea 500 posti di lavoro - 1 miliardo di euro investito in rinnovabili e in efficientamento
energetico crea fino a 17 mila posti di lavoro (dalla relazione sulla Green
economy realizzata dall’indagine conoscitiva della Camera, 2015).
F) ALTRE NOTIZIE D’INTERESSE:
L’OBIETTIVO DI GIANLUCA GEMELLI
Stando
all'inchiesta, l'obbiettivo di Gemelli sarebbe stato quello di favorire i
contatti tra il ministro Guidi e la Total al fine di ottenere un subappalto dal valore di 2 milioni e mezzo
di euro.
ALTRE telefonate oggetto di indagine:
- (Gemelli – Quinto): L'occasione d'oro
sarebbe arrivata a seguito dell’organizzazione di un convegno in materia di rifiuti (11.11.2014) organizzato dalla
Fondazione di D’Alema “Italiani Europei”. Nel citato convegno era previsto
l’intervento del ministro Guidi e di altri pezzi grossi (ministro dell'Ambiente
Galletti, Roberto Prioreschi (Bain & Company), Francesco Profumo (Gruppo
Iren), Carlo Tamburi (Enel), Tomaso Tommasi di Vignano (Gruppo Hera). Il
28 ottobre del 2014, Gemelli chiamava Paolo Quinto (membro dell'assemblea
nazionale del Pd e capo della segreteria della senatrice Anna Finocchiaro) per
chiedergli come si poteva fare per invitare una persona della Total al convegno.
Domanda alla quale Quinto risposse di non essersi nessun problema potendosene
occupare lui direttamente. Ma a Gemelli non bastava e chiesse "uno di quei
posti che facciano sentire importante una persona". Risposse Quinto
dicendo "Avrai posti in prima fila".
- (Gemelli – Cobianchi) A seguito della
telefonata a Quinto, Gemelli chiamava il dirigente della Total Giuseppe
Cobianchi, l'uomo da cui dipendeva il suo subappalto milionario:
"Ingegnere buongiorno, sono Gemelli (...) la disturbavo per sapere se era
interessato...siccome c'è un bel convegno a Roma, fatto da Italiani Europei,
che lo tiene il Ministro dello Sviluppo Economico, eccetera e... le faccio
arrivare anche a lei l'invito, perché è una cosa interessante ...a parte il
tema...c'è tutto un ambiente interessante, che le può servire, c'è il ministro
dello sviluppo economico...Perché, una volta che c'è sto Sblocca Italia e
c'è il ministro, mi è venuto subito in mente lei, mi spiego?(risata,
ndr)".Cobianchi:"Sì sì sì...,effettivamente è molto interessante. C'è
anche un risvolto politico...". Gemelli: "Già, purtroppo viviamo in
Italia..." A quel punto Cobianchi entusiasta diceva: "Perfetto
dottore, la ringrazio dottore!".
- (Gemelli – Guidi) Pochi secondi dopo,
Gemelli telefonava al ministro Guidi: "Allora guarda che io vengo al
convegno dell'11 novembre. Ho invitato anche il numero 2 di Total. L'ho fatto
invitare da Paolo (Quinto) e me lo faccio sedere vicino, così facciamo un pò di
show".
- (Gemelli – Amico non meglio identificato)
Gemelli spiega al telefono ad un suo amico come i rapporti tra la Total ed i
potenti si stava sviluppando adeguatamente. "Gli ho presentato quelli di
Italiani Europei, poi è arrivata Federica, gliel'ho presentata, hanno parlato,
con Cobianchi c'era anche il capo delle relazioni esterne, quello che sta Roma
(Roberto Pasolini, ndr)... Poi ci è andato quello di Italiani Europei:
"Ah, per qualsiasi cosa, a disposizione... Chiamate Gianluca..."
Erano scioccati".
GUIDI NON ERA L’UNICO COLLEGAMENTO:
In
una telefonata tra Pasquale Criscuolo, uno degli imprenditori locali indagati e
Gabriella Megale, anche lei imprenditrice, vice presidente della Confindustria
Basilicata, e anche lei amica della Guidi, la donna racconta di aver stretto
amicizia con un direttore generale del Mise "stretto amicizia con
Terlizzese). Ci siamo trovati addirittura io, lui, Somma, il direttore e
Pittella in una... a discutere di alcune questioni anche un pò delicate...
una... diciamo una riunione privata e ho stretto amicizia con lui, siamo rimasti
a chiacchierare abbiamo parlato un pochino insomma anche di quando abbiamo
lavorato con Federica ed è stato veramente molto, molto gentile e mò, insomma
voglio dire..."
Nelle agende del gruppo, ci sono altri 2
numeri importanti. Quello del sottosegretario
alla Sanità Vito De Filippo, punto di riferimento politico di Rosaria
Vicino, il sindaco di Corleto arrestato giovedì. "Io e lui - dice Vicino -
siamo come fratello e sorella ". E quello del Governatore della Regione Basilicata, Pittella Marcello, che con la
sua azione politica avrebbe cercato di mettere le "bandierine" sui
territori da "conquistare" nella zona del giacimento.
Tra i pezzi grossi della lobby del petrolio gli investigatori intercettano
anche Nicola Colicchi che nel 2001 fu indagato a Milano, insieme a Massimo De
Carolis, in una vecchia inchiesta sul depuratore milanese. Oggi sarebbe consulente
della camera di commercio di Roma. In una intercetazione telefónica Colicchi avrebbe
parlato con Gemelli proprio sull’emendamento incriminato su Tempa Rossa.
"Ai grossi grossi di quell'emendamento non frega niente (...) E' una
marchetta (...) C'hanno già un nome e un cognome, c'hanno, sta roba qua... Hai
capito? Ma 'ndo vai?".
LE CARICHE DEL PD COINVOLTE AD OGGI DIRETTAMENTE E/O INDIRETTAMENTE
DALL’INCHIESTA
-
Ex Ministro Guidi (Governo- Pd);
-
Ministro Boschi (Governo – Pd);
-
Presidente della Regione Basilicata (Pd);
-
Sindaco del Comune di Corleto (Pd);
-
Quinto (Capo della segreteria di Anna
Finocchiaro, senatrice del Pd);
-
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio De
Vincenti (Pd);
-
Consigliere regionale Robortella (Pd);
-
Sottosegretario alla Salute De Filippo (Pd);
-
Capo dello Stato Maggiore della Marina;
-
Potente burocrate del Ministero;
Presidente della Fondazione Italiani Europei.
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