Bisogna affrontare con urgenza il problema dell’erosione costiera in Calabria, tenendo conto delle particolarità di ogni singolo territorio ed evitando danni ambientali ed alla fauna marina.
La Regione dovrebbe attivare un tavolo tecnico che coinvolga il mondo scientifico e politico, insieme a comitati ed associazioni di cittadini che sono preoccupati per il futuro delle proprie spiagge e dei propri fondali. Approfondire il tema vuol dire anche tenere in considerazione le peculiarità di ogni territorio affrontando con dovizia di particolari le esigenze dei litorali calabresi.
Emblematico è quanto avvenuto a San Lucido (CS) che, dopo anni di peripezie giudiziarie, ha ottenuto un risarcimento di quasi 2 milioni di euro da parte delle Ferrovie dello Stato, venti volte inferiore a quanto richiesto. La costa di San Lucido è stata letteralmente stuprata dall’esigenza di costruire, più di vent’anni fa, i classici pennelli a “T” che hanno protetto la linea ferroviaria dalle onde, ma anche eroso la spiaggia causando ingenti danni all’ambiente ed al patrimonio turistico del comune. Un esempio concreto dei rischi che si corrono facendo interventi senza considerare le naturali dinamiche ambientali. Il rischio è che si spendano soldi a casaccio con inutili ripascimenti o barriere, riempiendo di cemento le nostre coste senza risolvere a monte il problema dell’erosione costiera. È necessario agire con competenze tecniche per evitare che si ripetano casi come quello di San Lucido.
La Regione dovrebbe attivare un tavolo tecnico che coinvolga il mondo scientifico e politico, insieme a comitati ed associazioni di cittadini che sono preoccupati per il futuro delle proprie spiagge e dei propri fondali. Approfondire il tema vuol dire anche tenere in considerazione le peculiarità di ogni territorio affrontando con dovizia di particolari le esigenze dei litorali calabresi.
Emblematico è quanto avvenuto a San Lucido (CS) che, dopo anni di peripezie giudiziarie, ha ottenuto un risarcimento di quasi 2 milioni di euro da parte delle Ferrovie dello Stato, venti volte inferiore a quanto richiesto. La costa di San Lucido è stata letteralmente stuprata dall’esigenza di costruire, più di vent’anni fa, i classici pennelli a “T” che hanno protetto la linea ferroviaria dalle onde, ma anche eroso la spiaggia causando ingenti danni all’ambiente ed al patrimonio turistico del comune. Un esempio concreto dei rischi che si corrono facendo interventi senza considerare le naturali dinamiche ambientali. Il rischio è che si spendano soldi a casaccio con inutili ripascimenti o barriere, riempiendo di cemento le nostre coste senza risolvere a monte il problema dell’erosione costiera. È necessario agire con competenze tecniche per evitare che si ripetano casi come quello di San Lucido.
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