Il governo deve svincolare dal patto di stabilità i comuni calabresi che devono gestire l’assenza o la scarsa efficienza dei depuratori di acque reflue, in modo da poter gestire meglio l’emergenza. È quanto ho chiesto in una nuova interrogazione parlamentare per interessare il governo al problema della depurazione in Calabria.
Al cattivo funzionamento dei depuratori esistenti si aggiunge il problema degli scarichi abusivi in mare e delle abitazioni non connesse alla rete di depurazione. Tutto questo spiega la disastrosa situazione dei nostri mari, fotografata alla perfezione dalla relazione di ‘goletta verde’, che sconsiglia assolutamente la balneazione in località marittime sparse in tutte le province calabresi. Per questo ho chiesto al governo di eseguire una mappatura subacquea completa che permetta di individuare la presenza di condotte non segnalate o volutamente occultate.
La Regione Calabria rischia fortemente un ulteriore commissariamento nel settore della depurazione e del trattamento delle acque. Sistema di commissariamento già vissuto dalla nostra regione dal 1998 al 2008 e che non ha portato assolutamente ad una seria soluzione del problema. Per questo ho proposto al governo di adottare un sistema di coordinamento strutturato che sia fuori dalla logica del commissariamento, con un mandato chiaro e limitato nel tempo che porti ad una gestione ordinaria delle risorse idriche efficace, che garantisca trasparenza nelle procedure di affidamento degli interventi e nell’utilizzo dei fondi a disposizione.
L’Unione Europea ha avviato le procedure d’infrazione che potrebbero costare, a partire dal 2016, fino a 38 milioni di euro all’anno per i ritardi di adeguamento sotto il profilo infrastrutturale. Ma chiaramente il governo Renzi ha pensato bene di bloccare le somme destinate al miglioramento degli impianti proprio nel dl "Sblocca Italia". In pratica l’incompetenza del PD ha fatto in modo che si creasse un vuoto normativo, che il governo stenta a colmare.
La scarsa attenzione al problema della depurazione rischia di compromettere le potenzialità turistiche della Calabria. Un mare pulito serve a salvaguardare l’ecosistema e ad alimentare due settori strategici per l’economia dell’intera regione: la pesca ed il turismo.
LEGGI ANCHE:
- Depurazione in Calabria, il fallimento di questa politica!
- Interrogazione a risposta scritta 4-05552
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La Regione Calabria rischia fortemente un ulteriore commissariamento nel settore della depurazione e del trattamento delle acque. Sistema di commissariamento già vissuto dalla nostra regione dal 1998 al 2008 e che non ha portato assolutamente ad una seria soluzione del problema. Per questo ho proposto al governo di adottare un sistema di coordinamento strutturato che sia fuori dalla logica del commissariamento, con un mandato chiaro e limitato nel tempo che porti ad una gestione ordinaria delle risorse idriche efficace, che garantisca trasparenza nelle procedure di affidamento degli interventi e nell’utilizzo dei fondi a disposizione.
L’Unione Europea ha avviato le procedure d’infrazione che potrebbero costare, a partire dal 2016, fino a 38 milioni di euro all’anno per i ritardi di adeguamento sotto il profilo infrastrutturale. Ma chiaramente il governo Renzi ha pensato bene di bloccare le somme destinate al miglioramento degli impianti proprio nel dl "Sblocca Italia". In pratica l’incompetenza del PD ha fatto in modo che si creasse un vuoto normativo, che il governo stenta a colmare.
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