Bisogna adottare le misure necessarie per il progressivo passaggio da una gestione emergenziale ad una preventiva del rischio idrogeologico in Calabria.
Oggi insieme a Dalila Nesci ho depositato un dettagliato atto di sindacato ispettivo indirizzato al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente. Fino ad oggi gli investimenti hanno riguardato esclusivamente la gestione dell’emergenza, il che ha solo rinviato il problema del rischio idrogeologico che in Calabria ha continuato a mietere vittime ed a causare danni inestimabili. Abbiamo suggerito al governo la creazione di un piano nazionale di revisione dei piani comunali di emergenza che, valutati da un comitato di esperti, possa portare a sanzioni che potranno arrivare fino al commissariamento.
In Calabria ci sono almeno dieci edifici su cui è improrogabile intervenire al fine di evitare disastri. In particolare Legambiente menziona la casa dello studente di Reggio Calabria, edificata dentro una fiumara, edifici residenziali abusivi sul torrente Coriglianeto (Cs) e il centro Multisala Cinema di Zumpano (Cs), edificato su una scarpata vicino al fiume Crati.
È necessario avviare un programma di monitoraggio e di vigilanza in collaborazione con le regioni, in modo da sollecitare la realizzazione degli interventi ritenuti più urgenti, in Calabria come nelle altre regioni colpite da frane e alluvioni.
Per evitare che alla fine di ogni inverno si facciano i conti dei danni e delle vittime, ogni anno si devono dedicare finanziamenti a piani di prevenzione per una cifra pari almeno al 50% rispetto a quanto investito nell’anno precedente. Soltanto così si potrà raggiungere l’obiettivo di agire in maniera preventiva, evitando azioni mirate esclusivamente a tamponare l’emergenza.
Oggi insieme a Dalila Nesci ho depositato un dettagliato atto di sindacato ispettivo indirizzato al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente. Fino ad oggi gli investimenti hanno riguardato esclusivamente la gestione dell’emergenza, il che ha solo rinviato il problema del rischio idrogeologico che in Calabria ha continuato a mietere vittime ed a causare danni inestimabili. Abbiamo suggerito al governo la creazione di un piano nazionale di revisione dei piani comunali di emergenza che, valutati da un comitato di esperti, possa portare a sanzioni che potranno arrivare fino al commissariamento.
In Calabria ci sono almeno dieci edifici su cui è improrogabile intervenire al fine di evitare disastri. In particolare Legambiente menziona la casa dello studente di Reggio Calabria, edificata dentro una fiumara, edifici residenziali abusivi sul torrente Coriglianeto (Cs) e il centro Multisala Cinema di Zumpano (Cs), edificato su una scarpata vicino al fiume Crati.
È necessario avviare un programma di monitoraggio e di vigilanza in collaborazione con le regioni, in modo da sollecitare la realizzazione degli interventi ritenuti più urgenti, in Calabria come nelle altre regioni colpite da frane e alluvioni.
Per evitare che alla fine di ogni inverno si facciano i conti dei danni e delle vittime, ogni anno si devono dedicare finanziamenti a piani di prevenzione per una cifra pari almeno al 50% rispetto a quanto investito nell’anno precedente. Soltanto così si potrà raggiungere l’obiettivo di agire in maniera preventiva, evitando azioni mirate esclusivamente a tamponare l’emergenza.
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