Sei mesi fa la Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per le discariche abusive. Sei mesi di salasso economico per il nostro Paese, a partire dall'erogazione dei primi 40 milioni di euro dovuti alla Ue come somma forfettaria. Inoltre secondo la sentenza di condanna dovremo versare una penalità semestrale, fino all'esecuzione della sentenza del 2007, a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro. Ebbene i sei mesi sono scaduti il 3 giugno scorso! Tenuto conto che dalla multa semestrale saranno detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 euro per ogni altro invaso bonificato, vorremmo sapere dal Ministro dell'Ambiente quante sono le discariche messe in sicurezza ovvero a quanto ammonta la seconda multa che l'Italia dovrà pagare.
A dicembre 2014 lo stesso Galletti promise ai parlamentari della Commissione Ambiente di rendere pubblico l'elenco delle discariche abusive oggetto della sentenza della Corte ma purtroppo alle parole non seguirono i fatti, tanto è vero che il M5S dovette interpellare la Commissione europea per conoscere l'ubicazione delle 198 aree sotto procedura che, è bene rammentarlo, sono così suddivise:
Abruzzo (28), Basilicata (2), Calabria (43), Campania (48), Emilia Romagna (1), Friuli Venezia Giulia (1), Lazio (21), Liguria (6), Lombardia (4), Marche (1), Molise (1), Piemonte (1), Puglia (12), Sardegna (1), Sicilia (12), Toscana (6), Umbria (1) e Veneto (9).
Ben 43 delle 218 discariche finite sotto processo per non essere in regola con i disposti di Bruxelles si trovano nella nostra regione.
All'indomani della sentenza abbiamo sollecitato i vari assessorati regionali responsabili e il Ministero a intervenire tempestivamente al fine di effettuare le bonifiche ed ottemperare a quanto richiesto dalla Corte, in caso contrario avremmo depositato esposto alla Corte dei Conti per l'imputazione del danno erariale corrispondente all'ulteriore sanzione agli amministratori che da dicembre a oggi avevano il dovere di agire. Aspettiamo dunque lo stato di attuazione della sentenza per depositare il nostro esposto, sempre più determinati a far passare il messaggio della responsabilizzazione di chi amministra: chi non è intervenuto come amministratore pubblico deve pagare.
Un esposto farà seguito a quello già depositato a dicembre 2014 col quale avevamo denunciato come responsabili del danno erariale i presidenti del Consiglio ed i ministri dell'Ambiente facenti funzione all'epoca dei fatti ed i sindaci e presidenti delle regioni pro tempore che hanno amministrato i territori dove sono ubicate le discariche oggetto della sentenza della Corte di Giustizia europea e che dal 2007 al 2014 nulla hanno fatto per evitarla.
Naturalmente, mancano all'appello anche altre discariche. Per esempio, per Amantea, è riportata solo Grassullo, ma non quella nell'alvo del fiume Oliva, in località Carbonara di Aiello Calabro. In più, non dimentichiamoci della questione più grossa: ovvero i 9 siti inquinati della vallata che vanno bonificati al più presto (preventivo Ispra, circa 21 milioni di euro). Salute&Saluti. Grazie e buon lavoro. Bruno Pino
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