Il pressing del MoVimento 5 Stelle sui ministeri ha portato alla creazione effettiva del fondo in cui confluiscono i soldi provenienti dalle nostre restituzioni per politiche attive del lavoro. Ci avevano detto che gli stipendi da noi restituiti andavano sul fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Dopo vari incontri abbiamo scoperto che i nostri soldi finivano in un capitolo del bilancio dello Stato "morto" in attesa di essere utilizzati per il fondo del Microcredito di Stato, che è un sottoinsieme del fondo di garanzia per le PMI, ma restano cosa separata e diversa dal punto di vista delle dotazioni finanziarie e dei meccanismi di accesso. E soprattutto quello del Microcredito era disattivato.
QUALE È LA DIFFERENZA?
Il fondo di garanzia si rivolge ad
aziende fino a 250 dipendenti. Il fondo per il Microcredito, invece, si pone
l'obiettivo di far nascere nuove micro imprese e inoltre si rivolge a famiglie
il cui capofamiglia è in cassa integrazione o ha perso il posto di lavoro di
recente o che abbia nel nucleo familiare un disabile, o che voglia accedere ad
un micro prestito per spese domestiche.
COSA MANCAVA PER FARLO FUNZIONARE?
Due decreti attuativi, uno del MEF
(Ministero dell'Economia e delle Finanze) e uno del MISE
(Ministero dello Sviluppo Economico) che permettessero l'attivazione
del capitolo di bilancio e l'individuazione di destinatari e di modulistiche
per accedervi.
ORA È FINALMENTE ATTIVO
Ovvero, dopo mesi di
osservazioni ai ministeri e lettere da parte del gruppo di lavoro, il capitolo
di bilancio dello Stato in cui finivano i nostri 10 milioni di euro circa,
restituiti dagli stipendi, è stato "collegato" al Fondo per il
Microcredito. Il fondo è stato attivato e sono state definite le
finalità che vi ho descritto sopra. La Ministra Guidi con l'ultimo decreto
attuativo firmato il 24 dicembre ha dato il via all'utilizzo dei nostri soldi.
CHI VERSA I SOLDI NEL FONDO DESTINATO AL MICROCREDITO?
Il Ministero dell’Economia trasferirà
su questo fondo le disponibilità create sul capitolo 3693 di entrata
del bilancio dello stato, dove è possibile effettuare contributi su base
volontaria nel fondo da parte di enti, associazioni, societa' o singoli
cittadini. Il Movimento 5 Stelle ha destinato a questo fondo
tutte le eccedenze delle indennità e delle diarie dei propri parlamentari.
COME SI ACCEDE?
Possono accedere al fondo persone che vogliono avviare
una nuova attività di lavoro (art.1) e persone in condizioni di particolare
disagio sociale ed economico (art 5):
1. Disoccupati;
2. Dipendenti sospesi o
con orari di lavoro ridotti per cause esterne;
3. Persone in condizioni
di non autosufficienza (anche di un componente il nucleo famigliare);
4. Persone con notevole
aumento delle spese famigliari non derogabili.
Tra pochi giorni sul sito del MISE ci
saranno i moduli e la sezione dedicata per accedervi. Faremo un tutorial
con delle Faq (Domande Frequenti) per i meno pratici. Ma sappiamo
anche che il Ministero dello Sviluppo economico sta creando una sezione ad hoc
abbastanza facilitata. In sostanza chi rientra nelle categorie sopra citate
può fare richiesta di finanziamento di business plan o di spese domestiche
(cosiddetto Microcredito sociale).
QUANTI SOLDI SI POSSONO CHIEDERE?E A
QUALI CONDIZIONI?
Massimo 25.000 euro senza garanzie. Si
possono finanziare ulteriori 10000 euro con condizioni (vedi art. 4). Il
finanziamento va restituito in massimo sette anni. Il TAEG non può superare lo
0,8 del tasso effettivo globale medio rilevato per la categoria di operazioni
risultante dall’ultima rilevazione trimestrale (vedi dettagli art. 4 comma
6).
CHI GESTISCE I FONDI PER IL MICROCREDITO?
Gli operatori del microcredito , cioè i
soggetti in grado di erogarlo, si possono classificare nelle seguenti categorie:
1. banche
2. istituzioni non
bancarie
3. cooperative e consorzi
4. fondazioni
5. associazioni
QUALE È IL VALORE AGGIUNTO DI QUESTO FONDO SU CUI
VERSIAMO SOLDI?
1) Per il prestito non sono richieste
garanzie reali. Solo un business plan e un'idea sostenibile di impresa, oppure
una situazione sociale disagiata.
2) Il credito viene erogato a tassi
bassissimi e su 10 anni.
3) Non c'è l'intermediazione bancaria.
Il cittadino fa richiesta dei soldi direttamente al sito del ministero, che in
caso di buon esito, gli rilascia un certificato con cui va in banca per
ritirare la somma.
4) la valutazione del business plan
viene fatto dalla commissione ministeriale che potremo sempre tenere con "il
fiato sul collo" per la trasparenza, ma su cui il M5S non
può mai influire nel merito (sarebbe reato). Quindi noi non
gestiamo i nostri soldi.
5) oltre ai nostri 10 milioni di euro,
il Governo ci ha messo altri 30 milioni di euro
6) Dopo 7 anni, grazie alle nostre
pressioni, nasce finalmente il Micro credito di Stato (fino ad ora esistente
solo a livello regionale) e che rende attuativo finalmente il famigerato e
lontanissimo testo unico bancario.
INSOMMA, COME ACCEDERE?
Mandeteci un recapito. A breve vi informeremo con un tutorial e una sezione dedicata. I moduli sono in arrivo nei prossimi giorni su sito del Ministero. Con info più dettagliate.
APPROFONDIMENTI
L'iniziativa del
Movimento ha origine da un emendamento all'art.1 del decreto del Fare (DL 69
del 2013) che ha prodotto il seguente comma:
5-ter. Al fondo di garanzia a favore delle piccole e medie
imprese di cui all'articolo 2, colma 100, lettera a), della legge 23
dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, possono affluire,
previa assegnazione all'entrata del bilancio dello Stato, contributi su
base volontaria per essere destinati alla microimprenditorialita' ai
sensi e secondo le modalita' di cui all'articolo 39, comma 7-bis,
del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. Con decreto del
Ministero dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni
dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del
presente decreto, sono definite le modalita' di attuazione del presente
comma nonche' le modalita' di contribuzione da parte di enti,
associazioni, societa' o singoli cittadini al predetto fondo di garanzia
di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996)).
Dopo questo intervento legislativo il Ministero dell'Economia ha emanato il
seguente decreto attuativo in cui veniva creato un apposito capitolo di entrata
del Bilancio dove poter destinare le somme da noi rese disponibili dopo il
taglio ad indennità e diarie.
>> Ecco il Decreto ministeriale
Lascia sgomenti l'assenza di commenti......E' EVIDENTE che, per gli Italiani derelitti, trovare un Soggetto Politico CAPACE di: Mantenere le promesse, NON RUBARE, e di RESTITUIRE PARTE di quei soldi, TUTTO CIO' E' AI CONFINI DELL'IMPOSSIBILE.
RispondiEliminaSiamo in piena "Twilight Zone" ;)