Agricoltura: risoluzione M5S per il semestre europeo

L'agricoltura ha da sempre rappresentato uno dei punti cardine dell'economia nazionale, nonché uno dei settori che meglio rappresentano e caratterizza la tradizione italiana, tutte le decisioni politiche in materia agricola vengono prese in sede comunitaria e per questo il ruolo giocato dall'Italia in Europa, in particolare durante questo semestre di presidenza, sarà fondamentale per il futuro dell'agricoltura nazionale.

Primaria è la questione dell'etichettatura che, deve necessariamente essere risolta in Europa; la tutela del made in italy passa, infatti, attraverso un sistema di etichettatura efficace che sia chiaro ai consumatori perché solo in questo modo sarà possibile tutelare le produzioni e le tradizioni italiane; è necessaria pertanto un'evoluzione della normativa comunitaria per avere in etichetta l'indicazione del luogo di origine o di provenienza delle materie prime utilizzate, nonché le tipologie di allevamento al fine di rendere consapevole il consumatore al momento dell'acquisto. Il Parlamento italiano si è già espresso in questa direzione votando all'unanimità la mozione n. 1-00311 adesso è quindi necessaria una presa di posizione concreta.

In questo contesto si inserisce anche la controversa questione degli OGM, in quanto è fondamentale che i prodotti originali siano tutelati da contaminazioni di organismi geneticamente modificati e che agli Stati membri sia lasciata la libertà di decidere in autonomia se autorizzarne o meno la coltivazione di OGM sul proprio territorio.

Fondamentale dovrà essere l'apporto dell'Italia, specie durante questo semestre di presidenza, nell'ambito dei trattati internazionali, alcuni dei quali, inevitabilmente, avranno delle ripercussioni sull'agroalimentare nazionale, come ad esempio il già siglato accordo Unione europea Marocco, che rischia di compromettere colture come il pomodoro o i mandarini che rappresentano la principale economia in alcune regioni italiane, o ancora il TTIP Transatrantic Trade and Investment Partnership, i cui termini restano ancora segreti nonostante le numerose richieste di trasparenza fatte in Parlamento, che se non rinegoziato, o annullato, rischierà di compromettere l'intero settore agroalimentare in assenza di opportune salvaguardie, ad esempio attraverso le probabili importazioni di OGM e la messa sul mercato finanziario dei beni comuni come la gestione del servizio idrico.

La presidenza europea deve comportare per l'Italia anche l'impegno concreto a tutelare le sementi nazionali e la biodiversità agraria del nostro Paese attraverso una politica che risponda alle esigenze dei diversi Stati, garantendo il libero scambio delle sementi e al contempo intervenendo sulla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale, così come prevista dal testo unico sul materiale riproduttivo vegetale [COM (2013) 262 def], in quanto una tale semplificazione potrebbe comportare la legittimazione in ambito internazionale della commercializzazione di materiale OGM a discapito delle sementi tradizionali. Inoltre, si determinerebbe un controllo totale della filiera da parte delle multinazionali.

Uno sguardo sarà necessario anche alle scelte di politica estera, il 17 marzo 2014 infatti il Consiglio dell'Unione europea ha adottato il regolamento Unione europea n. 69 del 2014 concernente misure restrittive relative ad azioni volte a compromettere o minacciare l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza della Repubblica Ucraina e a seguito delle suddette sanzioni la Federazione russa ha disposto, tra l'altro, la sospensione delle importazioni di frutta, vegetali, carni, pesce, latte ed altri prodotti caseari, che come dichiarato dal direttore dell'Ice Mosca, porterebbe danni al settore agroalimentare italiano per 250 milioni di euro entro fine anno.

L'EBA («everything but arms») è un'iniziativa dell'Unione europea (Regolamento (Ce) n. 2501/2001) che concede l'accesso senza dazi e contingentamenti a tutti i prodotti provenienti dai Paesi LDC (least developed country – Paesi meno sviluppati), senza limitazioni quantitative e senza dover pagare alcuna tariffa, eccezion fatta per le armi e le munizioni. Per i prodotti sensibili, quali riso, zucchero e banane, stata prevista una implementazione graduale dell'accordo, e proprio il riso è uno dei prodotti che sta maggiormente risentendo negli ultimi anni dell'introduzione di questo accordo. Il settore risicolo italiano è quello più colpito, poiché la filiera del riso nel nostro Paese (che esporta nell'Unione europea i due terzi della sua produzione) è una delle più importanti del settore agroalimentare nazionale; per questa ragione i risicoltori italiani nelle ultime settimane hanno annunciato che se non saranno prese a breve misure adeguate, la risicoltura italiana è destinata a fallire, a causa sia dei grossi quantitativi di prodotto che arrivano nell'area dell'Unione europea sia del drastico crollo dei prezzi sul mercato interno.

La direttiva n. 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 ha istituito un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. L'Italia ha recepito la direttiva con il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, in vigore dal 14 settembre 2012. L'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012 ha previsto che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali adottasse un piano attuativo, denominato PAN (piano di azione nazionale) che è stato adottato con più di un anno di ritardo, in data 13 febbraio 2014. All'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012 si definisce che il PAN una volta approvato venga trasmesso agli altri Stati membri ed alla Commissione europea e venga da questa riesaminato periodicamente almeno ogni cinque anni.

L'uso di agrofarmaci contenenti la molecola etossichina per la conservazione della frutta viene vietato con il recepimento della direttiva 91/414/CEE tramite il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194, escludendone anche l'uso temporaneo in deroga; alcuni Stati membri, come la Spagna, ne hanno ammesso l'utilizzo. Il Paese iberico è il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili, rappresentando quindi un rischio per la salute dei consumatori ed un problema di concorrenza sleale per le imprese del made in Italy.

Ecco gli impegni che abbiamo rivolto al Governo:

assumere iniziative, anche in considerazione del semestre di Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, presso le competenti sedi comunitarie al fine di:
a) porre all'ordine del giorno la questione prioritaria dell'introduzione dell'etichettatura di origine, secondo il metodo estensivo – intensivo, per tutti gli alimenti freschi, quali le carni cunicole, ovine, pollame e prodotti caseari ed evitare che sistemi nazionali di etichettatura volontaria siano utilizzati a fini distorsivi del mercato e discriminatori nei confronti delle imprese agroalimentari italiane;
b) rendere pubblici i tavoli di discussione del Transatrantic Trade and Investment Partnership e i contenuti dell'accordo affinché il partenariato economico USA-Unione europea, si articoli su assetti legislativi quanto più omogenei, preveda forti tutele per l'agricoltura comunitaria ed adeguati meccanismi di salvaguardia degli interessi economici di quei Paesi europei come l'Italia che sono fra i detentori della leadership mondiale delle produzioni agroalimentari di qualità e le cui realtà produttive di piccole dimensioni non consentono di competere con i grandi farmer americani;
c) rivedere la proposta di regolamento relativo alla produzione e alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale (testo unico sul materiale riproduttivo vegetale) [COM (2013) 262 def] affinché sia scongiurata la legittimazione in ambito internazionale della commercializzazione di materiale OGM a discapito delle sementi tradizionali, e sia evitato, un controllo totale della filiera da parte delle multinazionali;
d) promuovere una seria riflessione atta a fare sì che le decisioni adottate nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune siano prese in modo da limitare quanto più possibile le conseguenze disastrose che eventuali contromisure possono produrre nelle economie degli Stati membri, con particolare riferimento al settore agricolo;
e) promuovere e sostenere il processo di revisione della direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, al fine di ampliare l'autonomia decisionale degli Stati membri in merito alle coltivazioni di organismi geneticamente modificati, assicurando zone effettivamente OGM free; in particolare, sostenere una riformulazione dell'articolo 26-ter più precisa rispetto a quella concordata nell'ambito della Presidenza di turno greca del Consiglio dell'Unione europea ed introdurre la discrezionalità dello Stato membro anche per motivi ambientali e sanitari;
f) chiedere l'attivazione della clausola di salvaguardia prevista dai trattati a tutela del mercato italiano del riso, o, in alternativa, valutare l'opportunità di introdurre un dazio proporzionato per l'importazione di un prodotto fondamentale per l'economia agroalimentare italiana;
g) chiedere l'introduzione dei castagneti tra le superfici a frutta o a guscio oggetto di specifico finanziamento europeo e promuovere, nelle opportune sedi europee e previa verifica delle misure adottate da altri Stati membri, tutte le iniziative affinché siano accordate, in considerazione delle esigenze della castanicoltura italiana, le eventuali necessarie deroghe al quadro normativo comunitario;
h) proporre una rivisitazione del piano di azione nazionale nel senso di una sua più dettagliata e puntuale riscrittura, posto che nello stesso non si riscontrano né gli obiettivi quantitativi, le misure ed i tempi per la riduzione dei rischi e impatti dell'utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull'ambiente che stabilisce l'articolo 4, paragrafo 1, della direttiva 2009/128/CE/ (piani d'azione nazionali), né tantomeno le misure appropriate per la tutela dell'ambiente acquatico e delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile dall'impatto dei prodotti fitosanitari, per le quali l'Italia era già stata allertata dalla Commissione europea nella riunione bilaterale del 24 settembre 2013; nonché integrare il piano di azione nazionale sui fitofarmaci nelle parti in cui si fa riferimento alle frasi di rischio riportate in etichetta, aggiungendo il riferimento alle schede di sicurezza;
i) promuovere l'adeguamento dei limiti massimi di additivi alimentari usati negli Stati membri a quelli dei Paesi che utilizzano metodi più restrittivi, al fine di garantire la sicurezza alimentare dei cittadini comunitari ed una corretta concorrenza, fondata più sulla qualità e salubrità del prodotto che sull'aspetto esteriore dello stesso;
l) sollecitare il processo di revisione della «direttiva nitrati» n. 91/676/CEE sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati puntualmente negli ultimi dieci anni, distinguendo i limiti in funzione delle macro regioni agricole europee in ragione anche dei fattori climatici e favorendo lo stoccaggio in armonizzazione con la gestione dell'attività.

(7-00478) «Lupo, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Parentela».

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