Il
Castello di Crotone è ancora oggetto di particolare attenzione per
coloro che hanno a cuore la propria città e i luoghi che ne hanno
segnato la storia. Gli attivisti del Meetup di Crotone non abbassano la guardia e, dalle 19:00
di domani, allestiranno sul lungomare Cristoforo Colombo un banchetto per informare la cittadinanza sulle sorti
del Castello.
Ancora
preme come la spada di Damocle, l’assurdo progetto di costruire un
avveniristico edificio nel lato sud del monumento, tra la Torre
Comandante e il Bastione Santa Maria, a 5 piani, alla cui sommità
svettano alcuni alberi di acciaio. Con il supporto degli attivisti del Meetup, anche io sto continuando ad interessarsi
alla vicenda. Il lavoro del Meetup (ed il mio in qualità di loro portavoce) vuole
dare man forte alle iniziative delle associazioni culturali '7 soli'
e 'gettini di vitalba', che si stanno battendo perché in città
vengano realmente valorizzati i luoghi che conservano memoria
storica, che possano costituire motivo di riscatto e,
contemporaneamente, occasione di sviluppo, anche economico per gli
abitanti.
Il MoVimento 5 Stelle condivide e sostiene la battaglia
intrapresa, come dimostrano la presentazione di un’interrogazione parlamentare e la richiesta di partecipare alla conferenza dei
servizi del maggio scorso. Ci opponiamo alla scelta scellerata di
impiegare fondi pubblici per la realizzazione di un nuovo Museo
archeologico all’interno della fortezza.
Il meetup di Crotone, insomma, vorrebbe che queste somme fossero
tutte destinate ad un vero restauro del monumento, che lo renda
accessibile ai visitatori e usufruibile dai cittadini, ma che
soprattutto rispetti il patrimonio storico del Castello.
Per noi è inaccettabile che Comune e Soprintendenza facciano di tutto per evitare la partecipazione dei cittadini al confronto sul tema, negando il diritto alla trasparenza e mantenendo 'segreto' il progetto e l'iter di 'alterazione dei luoghi'.
Per noi è inaccettabile che Comune e Soprintendenza facciano di tutto per evitare la partecipazione dei cittadini al confronto sul tema, negando il diritto alla trasparenza e mantenendo 'segreto' il progetto e l'iter di 'alterazione dei luoghi'.
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