Fa molto piacere che l’Unesco abbia catalogato la Sila tra i suoi siti di eccellenza, in quanto riserva della biosfera italiana. Si tratta di una buona notizia, che tocca in primo luogo le responsabilità politiche sul territorio. Adesso c’è un ulteriore argomento per eliminare le discariche in Sila, da Celico (Cosenza) a quelle abusive, e non realizzarne mai più delle altre. A nulla serve il riconoscimento dell’Unesco, se a partire dai sindaci non sapremo unirci nella salvaguardia e valorizzazione dell’altopiano silano; ‘altare eretto a divinità’, secondo il ministro Johann Wolfgang von Goethe. Bisogna impiegare tutte le risorse, umane ed economiche, per impedire lo smaltimento di rifiuti tossici, per fermare la processionaria e organizzare nell’altopiano, molto colpito dall’emigrazione, uno sviluppo sostenibile che dia priorità alle valorizzazione delle risorse naturali, turistiche, sportive (come gli impianti sciistici), storiche e culturali a partire dall'antica Abbazia florense di Gioacchino da Fiore. Con l’Opera di valorizzazione, avviata dopo la seconda mondiale, la Sila fu rivitalizzata. Dobbiamo riportarla al centro dell’impegno politico ed eliminare la cementificazione selvaggia del passato!
La Sila va preservata dalla presenza di latitanti di ‘ndrangheta e ripopolata con il recupero anche dell’agricoltura, prendendo ad esempio il ritorno alla natura lì praticato dai frati cappuccini.PS la foto l'ho scattata solamente 2 settimane fà nei pressi del Lago del Passante (Taverna) :)
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