E' il titolo della conferenza stampa che io, Dalila Nesci e Nicola Morra terremo sabato 19 aprile al Grand Hotel Lamezia di Lamezia Terme (Catanzaro), alle ore 11, sul futuro della Calabria dopo le conclusioni della procura di Vibo Valentia riguardo all’Alaco, invaso che rifornisce d’acqua un terzo della popolazione regionale tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.
Il problema più grosso e immediato riguarda la salute degli interessati, circa settecentomila calabresi. Abbiamo già pronto un atto di sindacato ispettivo in cui chiediamo al ministro della Salute Beatrice Lorenzin quali misure urgenti intenda adottare a tutela della salute pubblica, anche in considerazione delle assurde violazioni e omissioni attribuite ai vertici del gestore Sorical, a tecnici e a sindaci.
Nonostante le ripetute segnalazioni di associazioni, comitati e cittadini; malgrado le inchieste giornalistiche, gli atti parlamentari e il lavoro della magistratura, le singole amministrazioni hanno a lungo ignorato, sottovalutato o negato il problema della distribuzione di acqua imbevibile e con potenziale perfino cancerogeno. Adesso, però, occorre tutelare anzitutto la salute delle migliaia di persone che, per negligenza o per affarismo, sono state colpevolmente esposte a rischi elevatissimi; pare anche con la consapevolezza di chi doveva controllare.
Si tratta forse del più grave caso di irresponsabilità e immoralità che sia mai avvenuto nella storia calabrese, il quale testimonia l’esistenza di un sistema, amministrativo e politico, tutto da ricostruire. La Calabria non dovrà più essere la regione italiana in cui la vita vale nulla e per cui il governo è sempre più sordo, immobile e complice. Dal ministro Lorenzin pretendiamo risposte immediate, che non siano spot, proclami o illusioni.
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