La
pianta conosciuta come «stevia rebaudiana» viene utilizzata come
dolcificante grazie alle proprietà dei due componenti principali i
quali, oltre a non avere alcun potere nutrizionale, si mantengono
inalterati nel tempo anche ad alte temperature e pertanto si prestano
ad essere impiegati in preparazioni come prodotti da forno e bevande
calde.
E' ormai noto che la diffusione della Stevia in Paesi diversi da quelli
di origine, principalmente Brasile e Paraguay, è sempre stata
ostacolata tanto da ipotizzare l'esistenza di una vera e propria
cospirazione commerciale volta a sfavorire i dolcificanti
artificiali, nonostante essa sia normalmente consumata in moltissimi
Paesi senza alcun pericolo per la salute umana.
Evidenze
scientifiche, anche condotte dall'Organizzazione mondiale della
sanità, registrano peraltro elevati fattori di sicurezza anche in
presenza di dosi massime giornaliere assolutamente eccessive rispetto
a quelle che possono considerarsi normali. Nel
2012, a seguito della revisione delle normative che fin dal 1999
consentivano l'uso della stevia come integratore dietetico ma non
come alimento o ingrediente per alimenti a causa di alcuni componenti
che, nelle dosi allora testate, venivano considerati genotossici,
l'Unione europea ha autorizzato la produzione e la vendita degli
estratti derivanti dalle foglie di stevia, ovvero i glicosidi
steviolici. Attualmente
l'EFSA sta valutando la richiesta di valutazione come novel
food delle
foglie di Stevia. La
liberalizzazione dell'utilizzo come dolcificante dei derivati della
stevia rappresenta una preziosa opportunità per il settore agricolo
e per l'industria di trasformazione oltre che una valida integrazione
della dieta dei soggetti intolleranti allo zucchero e ai dolcificanti
di sintesi. Alla luce di tutto ciò, ho chiesto al
Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e al Ministro
dello sviluppo economico, di
quali ulteriori elementi dispongano e se non ritengano di dover promuovere e
diffondere, attraverso opportune iniziative, il consumo della stevia
anche in considerazione della crisi del comparto della barbabietola
da zucchero, settore non più ritenuto strategico per l'Italia e per
l'Unione europea.
Commenti
Posta un commento